Neymar, il maxi party di Capodanno è un caso: la difesa degli organizzatori

Neymar è finito nel mirino della critica per il party di ben cinque giorni organizzato per festeggiare Capodanno in Brasile a cui sarebbero state invitate 500 persone. Gli organizzatori chiariscono meglio l’accaduto.

Chi conosce Neymar sa bene come lui sia talentuoso sui campi, ma sappia abbinare a questo anche una personalità istrionica. Nelle ultime ore lui si è però decisamente superato ed è finito nel mirino della critica: il brasiliano ha infatti ne ha approfittato per tornare in patria per le vacanze e ne avrebbe approfittato, secondo quanto riportano i media locali, per organizzare una festa lunga 5 giorni con ben 500 invitati. L’evento, organizzato per accogliere il nuovo anno, terminerebbe proprio a inizio 2021. Le polemiche non sono mancate, visto che questo modo di agire sarebbe decisamente contrario alle norme in vigore per ridurre i contagi da Covid-19, soprattutto in un Paese come il Brasile in cui la pandemia ha provocato più di 190 mila morti.

A distanza di 24 ore dalla diffusione della notizia, si sta provando a stemperare almeno in parte il caos. A prendere la parola ci ha pensato un portavoce, secondo cui “gli invitati sono solo 150 e non 500“. Un numero tutt’altro che basso in una zona del mondo tra le più colpite dalla pandemia con oltre sette milioni di casi da Sars Cov 2, quasi duecento mila vittime.

Neymar vuole Messi il prossimo anno (Getty Images)
Neymar (Getty Images)

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Neymar, un portavoce ridimensiona il caso

Il portavoce ha voluto specificare meglio alcuni dettaglio sull’evento organizzato da Neymar: “Tutte le persone che hanno ricevuto l’invito per la festa sono decisamente meno rispetto a quanto diffuso dai media brasiliani – sono le sue parole ad “Agência Fábrica” -. Noi non abbiamo fatto niente di scorretto, ma anzi stiamo agendo nel pieno rispetto delle misure introdotte dal governo per arginare l’epidemia”.

Questo non è comunque bastato per calmare l’onda di critiche che hanno colpito l’attaccante del PSG, che agisce come se niente fosse solo per le sue possibilità economiche. A sentirsi offese sono inevitabilmente le tante persone che hanno perso una persona cara in questi mesi (solo gli USA hanno registrato più morti del Brasile), ma anche chi ora non ha la possibilità di lavorare a causa delle restrizioni introdotte.