Il tribunale della Capitale ha emesso la prima sentenza per il caso tra Gianluca Petrachi e la Roma: l’ex dirigente giallorosso ha chiesto il ricorso per il licenziamento del 2020. 
Con l’arrivo dell’estate 2020 e il rapporto ormai definitivamente rotto, James Pallotta – all’epoca ancora presidente della società giallorossa – licenziò in tronco Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo. Il dirigente subì dapprima una sospensione dal club. Circa un mese dopo – verso luglio – il licenziamento per giusta causa: così fu motivato dalla Roma. Questa decisione maturò dopo alcuni atteggiamenti che non piacquero al numero uno americano. Inoltre, la società scelse questo misura drastica perché l’ex manager che avrebbe utilizzato toni offensivi contro il presidente Pallotta.
Ma l’ex ds del club capitolino non si arrese al provvedimento definitivo e scelse le vie legali per far valere le proprie ragioni. Assistito dai suoi avvocati, Petrachi ha chiesto ad ottobre il ricorso in tribunale e quest’oggi è arrivata la prima sentenza.
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Roma, la sentenza del tribunale: Petrachi dovrà esser risarcito
Il tribunale di Roma ha accolto il ricorso di Gianluca Petrachi, accertando l’assoluta mancanza di fondamento del “licenziamento per giusta causa”. Un provvedimento di questo tipo avviene improvvisamente e dev’essere privo di soggettività e pregiudizi. Ed evidentemente, non è stato così. Infatti, il club sarà chiamato a risarcire l’ex direttore sportivo: per le spese legali e per le lesioni d’immagine. E ancora, l’ex diesse giallorosso dovrà essere risarcito fino alla naturale scadenza contrattuale.
Tuttavia, il caso non si chiuderà così facilmente. La Roma avrà la possibilità di ricorrere in appello e ribaltare la prima sentenza. Insomma, la causa potrebbe non finire qui. La nuova dirigenza americana – capitanata dai Friedkin – dovrà scegliere se presentare o meno un nuovo ricorso.
