Paolo Rossi, shock a Vicenza: derubati cimeli dallo stadio. I dettagli

Non c’è pace per la memoria di Paolo Rossi: i suoi cimeli presenti allo stadio del Vicenza sono stati derubati. Tutti i dettagli sulla brutta vicenda 

Paolo Rossi furto cimeli
Paolo Rossi furto cimeli

La memoria di Paolo Rossi viene nuovamente macchiata da un atto vile di alcuni ignoti. Dallo stadio del Vicenza, club con cui ha condiviso alcuni dei ricordi più importanti della sua carriera, sono stati rubati alcuni cimeli. Non c’è pace per l’ex attaccante deceduto il 9 dicembre del 2020 a Siena. Nel giorno del suo funerale, infatti, alcuni ladri hanno svaligiato la sua casa durante la cerimonia. Uno sfregio al ricordo di un campione assoluto, che non merita affatto di finir vittima di atti così meschini.

Proprio in queste ore l’ennesima notizia di un furto, questa volta dallo stadio “Menti” di Vicenza. All’interno della struttura sono scomparsi alcuni cimeli di “Pablito“, appartenenti ai suoi primi anni di carriera. Il furto sarebbe avvenuto nel 2018, prima della vendita all’asta della nuova proprietà, ma il commercialista avrebbe appreso della vicenda solamente un mese fa.

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Paolo Rossi, furto shock a Vicenza: i cimeli rubati

Paolo Rossi furto cimeli Vicenza
Paolo Rossi furto cimeli Vicenza

Non si conosce ancora l’identità del colpevole, né se si è trattato di un singolo o un gruppo di persone. Ciò che è sicuro è che la denuncia è stata effettuata da Nerio De Bortoli, curatore del Vicenza Calcio spa fallito nel 2018. Furto contro ignoti, questo quanto messo a verbale. Tra i cimeli scomparsi ci sarebbero il primo cartellino di un Paolo Rossi quattordicenne, quando firmò proprio per il Vicenza nel 1976. Il contratto venne firmato anche da Giussy Farina, all’epoca presidente del Lanerossi Vicenza.

Non c’è più traccia anche del documento relativo ai premi partita e degli incentivi per i gol realizzati nel primo anno. Scomparso anche il fotogramma in cui Rossi scoprì della convocazione ufficiale per i Mondiali del 1978, dove l’Italia arrivò poi quarta. Tutti i documenti sarebbero spariti tra il 16 gennaio e l’inizio di marzo del 2018. Fino a due giorni prima del fallimento ufficiale della società, dichiarato dal tribunale, i cimeli si trovavano ancora all’interno dello stadio, come dimostrano alcune foto scattate proprio in quel giorno da Andrea Berengo, consigliere comunale.