Un secolo di Gianni Agnelli, Fiat, Ferrari e la Juve: le frasi celebri dell’Avvocato

Oggi 12 marzo 2021 sono i 100 anni di un uomo che ha segnato la storia dell’Italia, il centenario della nascita Gianni Agnelli. Politico, imprenditore, precursore in tutto, di questi tempi si direbbe influencer: le sue passioni: Fiat, Ferrari, Juve, lo stile e il potere dell’Avvocato.

Gianni Agnelli i 100 anni dell'Avvocato
Gianni Agnelli i 100 anni dell’Avvocato

L’influencer più decisivo di sempre, Gianni Agnelli o comunemente l’Avvocato, è stato anche questo. Oggi 12 marzo 2021 ricorrono i 100 anni di un mito tutto italiano che non ha fatto solo epoca, nato a Torino nel 1921, morto nella sua città il 24 gennaio 2003, ha indiscutibilmente segnato la storia del nostro paese. Imprenditore, politico, presidente appassionato di calcio e motori, la Juventus e la Ferrari. Emblema di moda e stile, un binomio imprescindibile. Indimenticabili l’orologio sul polsino, c’è chi a distanza di oltre vent’anni lo porta ancora. Ma non è tutto: gli scarponcini di camoscio, i maglioni sulle spalle, il mocassino estivo con i tacchetti di gomma sotto la suola, e tanto altro.

Precursore in tutto, troppo più avanti degli altri, furbizia, scaltrezza. Aveva il potere e lo faceva pesare nel modo giusto con una educazione che purtroppo si è persa ne tempo, quasi unica. E poi il sorriso. Perchè tra le istantanee che ricordano Gianni Agnelli  ci sarà sempre quella risata composta a denti stretti, quasi impostata. In tantissimi hanno cercato di imitarlo, nessuno ci è riuscito. Storia e leggenda di un mito che di questi tempi farebbe davvero comodo a tutta l’Italia per trovare la strada giusta. Una volta sul nostro modo di essere disse: Per essere italiani nel mondo, dobbiamo essere europei in Italia” frase quanto mai attuale a distanza di così tanto tempo.

Dell’ex patron della Juve e della Ferrari sono rimaste celebri le sue sentenze, ogni frase era un titolo. Come quella volta che gli chiesero della fedeltà, parlando del rapporto con la moglie Marella, senza indugiare, con sincerità ammise: “Sono sempre stato un marito devoto, ma se pretendessi di essere sempre stato un marito fedele direi una bugia”. Schietto e serafico, mentire non serviva era meglio dire una verità anche se fa male. Valeva per tutto, anche per la passione delle donne: “Mi chiedete se mi sono mai innamorato? Ci si innamora a vent’anni: dopo si innamorano soltanto le cameriere”. La cifra dell’uomo era questa.

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Gianni Agnelli il centenario, passioni: Fiat, Ferrari e la Juve

Gianni Agnelli il centenario dell'Avvocato
Gianni Agnelli il centenario dell’Avvocato

Chissà cosa direbbe oggi di questa vita, in ambito sportivo della Ferrari lontanissima dalle sue idee, la rossa di Maranello era nata per dominare e vincere come l’amatissima Juventus. E chissà se avrebbe mai fatto la mossa di suo nipote Andrea Agnelli, di comprare Cristiano Ronaldo, o altro ancora.

Le frasi celebri dell’Avvocato sulla Juventus

Ce ne sono una collezione buona per un libro, anche quello farebbe epoca, influenzerebbe pensieri come fece ai tempi di quando l’Avvocato era un modello di vita. Così quelle che sportivamente ci riguardano sono alcune affermazioni di Agnelli sulla sua amatissima Juventus, una questione di DNA.La Juventus è la compagna della mia vita, soprattutto un’emozione. Accade quando vedo entrare quelle maglie in campo”. Oppure diceva: “Mi emoziono persino quando leggo sul giornale la lettera J in qualche titolo. Subito penso alla Juve”.

Ma non è tutto, nel calcistico ci sono le frasi celebri sui campioni che Gianni Agnelli amava soprannominare a modo suo: “Se Baggio è Raffaello, Del Piero è Pinturicchio”. Alex su Instagram lo ricorda così.

Anche quando parlava di Platini: Avere Platini in squadra era come avere una credit card sempre a portata di mano. L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras”.

Altro grande amore quello per Sivori: “E’ più di un fuoriclasse, per chi ama il calcio è un vizio”. E’ su Gianluca Vialli: “Il Michelangelo della Cappella della Sistina” 

Infine una frase che oggi potrebbe rappresentare il momento attuale della Juve è questa: “È abitudine della Juve dire e credere che quando le cose vanno bene il merito è dei giocatori, quando vanno meno bene la responsabilità è della società”. 

Uno dei massimi dirigenti della Juventus che lo ha conosciuto nel profondo, Luciano Moggi, oggi attraverso i social lo ha ricordato così.