ESCLUSIVA CT | Cherif Karamoko: “Sono vivo e gioco a calcio grazie a mio fratello” VIDEO

In occasione dell’uscita del suo libro ‘Salvati tu che hai un sogno’, scritto insieme al giornalista Giulio Di Feo e pubblicato da Mondadori, abbiamo intervistato in ESCLUSIVA, Cherif Karamoko: ventenne centrocampista, attualmente svincolato dopo aver esordito in Serie B col Padova, l’ultima stagione all’Adriese in Serie D.

Cherif Karamoko racconta il suo drammatico viaggio verso l’Italia e il suo esordio in Serie B

Nato in Guinea e fuggito dal suo paese dopo aver perso il padre e la madre, Karamoko ha dovuto affrontare un lungo viaggio verso l’Italia a bordo di un barcone stracolmo di migranti: una spaventosa fuga dalla guerra e dalla povertà, durante la quale ha perso anche il fratello, che lo ha portato nel nostro paese per coronare il suo sogno: diventare un calciatore professionista.

Una storia drammatica e commovente che ha raccontato nel suo libro, ai microfoni di CalcioToday.it, spiega: “Sono cresciuto in una famiglia povera – ha spiegato ai nostri microfoni Karamoko – Ho sempre avuto sin da bambino la passione per il calcio, ma i miei genitori volevano che continuassi a studiare. Specialmente mio padre, che non aveva mai visto una partita di calcio in tv perché in casa non avevamo la televisione“.

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Cherif Karamoko in azione con la maglia del Padova

Il viaggio sul barcone e la morte del fratello

Nelle oltre 250 pagine di ‘Salvati tu che hai un sogno’, Cherif Karamoko descrive uno dei momenti più toccanti e dolorosi del suo viaggio della speranza: la morte del fratello, che prima di scomparire tra le onde gli allunga uno dei pochissimi giubbotti di salvataggio per permettergli di sopravvivere, arrivare in Italia e realizzare il suo sogno. “Quando ho esordito in Serie B con la maglia del Padova ho pensato a lui. Durante quei paurosi momenti, dopo che il barcone che si era ribaltato, mi fece coraggio e mi disse di tenere duro perché avrei dovuto raggiungere l’Italia e giocare a calcio. Ho pensato anche a mio padre e a ciò che gli avevo promesso prima della sua morte ‘Un giorno mi vedrai in televisione‘. Purtroppo né lui né mio fratello hanno potuto assistere al mio esordio“.

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