Mondiali 2022, proteste per i diritti umani: Mino Raiola attacca la FIFA

Mino Raiola ha commentato le proteste di alcune Nazionali in merito all’organizzazione dei Mondiali 2022 in Qatar: l’attacco alla FIFA.

Raiola Mondiali Qatar
Raiola Mondiali

Stavolta il calciomercato non c’entra, ma quando parla Mino Raiola si creano sempre discussioni. Le sue dichiarazioni hanno sempre una grande risonanza pubblica, anche quando non ci sono trattative di mezzo. In questo caso il tema scottante sono le prime polemiche di alcune Nazionali riguardo all’organizzazione dei Mondiali 2022 in Qatar.

Nei giorni scorsi squadre come Norvegia e Olanda hanno sfruttato le partite di qualificazione per mostrare pubblicamente il loro dissenso contro la violazione dei diritti umani. L’appello è partito da un’inchiesta del tabloid inglese The Guardian che porta alla luce la morte di oltre 6500 operai per la costruzione delle strutture per la rassegna iridata.

Un tragica notizia che alcune Nazionali hanno voluto fortemente condannare, arrivando addirittura a mettere in dubbio la loro partecipazione al Mondiale. In esclusiva alla trasmissione Studio Voetbal, Mino Raiola si è espresso sul delicato argomento che ha coinvolto direttamente anche alcuni suoi assisti. In particolare Erling Haaland con la Norvegia e Matthijs de Ligt, capitano dell’Olanda.

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Mondiali, Raiola sulle proteste: “I giocatori non c’entrano con la politica”

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Mino Raiola

Entrambi, insieme ai compagni di squadra, sono scesi in campo con magliette molto significative. Un segnale di forte opposizione che il noto agente non condivide: “I giocatori devono essere tenuti lontani dalla politica. Se vogliono lanciare appelli di questo tipo possono liberamente farlo sui propri canali social, non in questa maniera”.

Raiola non contesta il contenuto del messaggio, ma le sue modalità: “Nei regolamenti della FIFA c’è scritto chiaramente che non si possono fare dichiarazioni politiche durante una partita. I calciatori devono stare fuori: il problema riguarda la FIFA, il Qatar e le federazioni”.

Infine Raiola conclude il suo intervento, lasciando una provocatoria proposta: “C’è troppa pressione sui calciatori, non sono loro ad aver scelto dove andare a giocare il Mondiale. Se vogliono qualcosa da loro, allora che permettano di coinvolgerli in queste decisioni”.