José Mourinho, le frasi celebri: da “Zero Tituli” al “Rumore dei nemici”

Non c’è dubbio che José Mourinho, nuovo tecnico della Roma, ovunque abbia allenato sia riuscito a catalizzare l’attenzione di pubblico e media: tante le frasi indimenticabili…

José Mourinho
José Mourinho gtorna in Italia, allenerà la Roma (Getty Images)

Metti un José Mourinho a Roma: una personalità dinamitarda in un ambiente costantemente in ebollizione tra le esigenze del pubblico e l’attenzione mediatica incessante di un città unica nel suo genere. Il clamore suscitato dall’arrivo dello Special One alla Roma è già assoluto. Questa una sintesi delle sue ‘chicche’ più famose, estrapolate da un archivio vastissimo.

Mourinho “Non sono un pirla”

É il 4 giugno del 2008 e chi scrive è tra i fortunati che può raccontare di avere assistito di persona allo show di Mourinho. Partendo dal presupposto che le conferenze stampa sono quanto di più inutile esista, tra giornalisti che si parlano addosso e che ricalcano quanto chiesto da altri (a volte sono più i giornalisti a sentire l’esigenza di essere al centro dell’attenzione) il tecnico regala una delle sue frasi più celebri di sempre. Qualcuno gli chiede di Lampard, presunto obiettivo dei nerazzurri. E Mourinho non vuole parlare di mercato e soprattutto non vuole parlare di Chelsea. Un giornalista insiste: “Ripropongo un tema che lei ha appena evitato” chiede.
E lui: “Sì, sì… ma io non sono pirla….”
Gioco, partita, incontro.

Mourinho alla Roma: “Zero tituli”

Mourinho ha regalato uno dei titoli e forse il primo meme della storia interista. Ai giornalisti che lo punzecchiano facendo capire che l’Inter rischia molto in un finale di stagione nervoso, regala. Prima, indirettamente, dice che i giornalisti sono dei venduti.
“Non mi piace la prostituzione intellettuale, mi piace l’onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l’opinione pubblica per un mondo che non è il mio”.
E poi…
“Non si parla della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero tituli. Non si è parlato del Milan che ha 11 punti meno di noi e chiuderà la stagione con zero tituli. Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali”.
Da quel momento “zero tituli” compare su striscioni e magliette diventando un mantra nerazzurro.

Roma, quando Mourinho disse: “Sono intelligente…”

Ancora dalla conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile. Mourinho si presenta parlando italiano meglio di chi vive in Italia da anni. A parte il ‘pirla’ sciorina bene verbi, aggettivi. Usa persino un paio di frasi tradizionali.
“Mister, da quanto studia l’italiano?”
E lui risponde senza rispondere: “Ma no… non è che ho studiato. L’ho imparato subito perché sono intelligente”.

Il famoso “Por qué?” di Mourinho

Mourinho ha sempre avuto un rapporto controverso con gli arbitro. A Madrid accusa la classe arbitrale, soprattutto della Uefa, di essere asservita al Barcellona. E dopo Zero Titoli diventa virale il suo Por Qué…
“Se dico quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E siccome non posso dire quello che sento, ho solo una domanda. E spero, un giorno, di avere una risposta. La domanda è: Por Qué? Por Qué? Perché Ovrebo? Perché Busacca? Perché De Bleeckere? Perché Frisk? Perché Stark? Perché? Perché ad ogni semifinale accade sempre lo stesso? Perché Ovrebo da tre anni? Perché il Chelsea non è potuto andare in finale? Non so se è la pubblicità dell’Unicef (il cui marchio compariva sulle maglie del Barcellona n.d.r.), non so se è il potere del signore Villar all’interno della Uefa…”

José Mourinho
José Mourinho, mediaticamente l’allenatore più esplosivo in assoluto (Getty Images)

Mourinho e “Il rumore dei nemici”

Mourinho sa come si fa il parafulmine. Ogni volta che l’interesse diventa motivo di pressione per i suoi giocatori, si espone, alza il tiro mettendosi al centro dell’attenzione e fa il bersaglio.
“Ho espresso un’opinione da uomo libero in un Paese libero, e subito ho sentito il rumore dei nemici. Questo mi piace: ho parlato e ora sono tutti qui…”

“Chiamatelo culo…”

Il Chelsea batte il PSG e va in semifinale di Champions League con i gol di Schurrle e Demba Ba, appena entrati dalla panchina. Qualcuno glielo fa notare…
“Come si chiama questo?”
“Culo”.

Il vecchio Ranieri

 

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Mourinho ha avuto rapporti ondivaghi anche con alcuni colleghi. Benitez, Ferguson, ma soprattutto Ranieri. Tecnico della Juve all’epoca del Triplete dell’Inter
“Ranieri? Ha comunque ragione per quello che dice: io sono molto esigente con me stesso e ho bisogno di vincere per avere sicurezza delle cose. Per questo ho vinto tante trofei nella mia carriera. Lui ha, invece, la mentalità di uno che non ha bisogno di vincere e a quasi settanta anni ha vinto una Supercoppa e un’altra piccola Coppa. È troppo vecchio per cambiare mentalità”.
I due diventeranno (quasi) amici.

“Quale Monaco”

L’amministratore del Catania, Pietro Lo Monaco, dichiara che Mourinho dovrebbe essere preso a bastonate nei denti. Questa la risposto di Mourinho.
“Monaco? Quale Monaco? Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho Adidas che mi paga tanti soldi per fargli pubblicità”.

Io e Gesù

A Lisbona l’Università Tecnica riserva a Mourinho una Laurea Honoris Causa in scienze motorie. Non all’unanimità: uno dei consiglieri vota contro. A Mourinho chiedono perché…

“Solo uno su ventuno, poca roba. É normale, nemmeno Gesù piaceva a tutti”.

Il Mago Mourinho alla Roma

All’Inter manca qualcosa, Mourinho non è del tutto soddisfatto della campagna acquisti della squadra nerazzurra alla vigilia della stagione che si chiuderà con il Triplete. Mourinho stuzzica Moratti e i dirigenti.
“Io posso anche lavorare di più. Quello che invece non posso fare sono i miracoli: io non sono Merlino o Harry Potter”.

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