Beppe Signori graziato da Gravina: ci sono voluti dieci anni

In un paese dove i tempi della giustizia non brillano per tempestività e dove non sempre le decisioni sembrano eque, la grazia a un calciatore accusato di una combine potrebbe anche non fare notizia

Beppe Signori
Beppe Signori durante la sua conferenza stampa del 2011, subito dopo essere stato rilasciato (Getty Images)

In queste ore i giornali parlano della scarcerazione di Giovanni Brusca: l’uomo che, secondo le indagini, avrebbe sciolto nell’acido un ragazzino di tredici anni, figlio di un pentito di mafia. E senza entrare nel merito di giudizi morali che ognuno di noi può fare per conto proprio la notizia di un calciatore graziato è giusto che passi in secondo piano.

Beppe Signori, perché è stato graziato

Tuttavia qualche riflessione è opportuna. Beppe Signori è stato un attaccante formidabile con un curriculum di tutto rispetto, 230 gol da professionista in 541 gare in 23 stagioni e sette centri in 28 partite in azzurro. Esattamente dieci anni fa, il primo giugno del 2011, Signori viene arrestato nel corso di una operazione di polizia giudiziaria per una indagine su un giro di scommesse, denaro riciclato e partite compromesse. La cosa suscita un clamore enorme del quale restano una traccia evidente e una condanna di cinque anni sanzionata dalla Federcalcio. Preclusione da qualsiasi ruolo tecnico. Signori non può allenare, non può giocare, non può figurare in nessun ruolo in nessuna squadra.

Nel frattempo la giustizia fa il suo corso: con tempi lunghissimi. Signori viene assolto il 23 febbraio scorso “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di avere combinato il risultato di Piacenza-Padova del 2 ottobre 2010. Altra partita, Modena-Siena, altra assoluzione. Altro tribunale, altra sconfessione di qualsiasi teoria accusatoria: il fatto non sussiste.

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Grazia e riabilitazione: forse…

A distanza di dieci anni oggi, 1 giugno 2021, Beppe Signori viene riabilitato con la firma del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina sull’atto di grazia. Signori potrà tornare ad allenare e a lavorare in ambito calcistico: con tante scuse. Nel frattempo dieci anni se ne sono andati: lontano dai campi, dalle sedi di gioco, dai salotti televisivi e recuperare non sarà facile.

Anche qui è difficile zittire un giudizio morale su un paese che da una parte scarcera chi ha ammazzato ed è stato condannato in qualsiasi sede penale al di là di ogni ragionevole dubbio. Dall’altra riabilita chi per dieci anni è stato dichiarato reietto e radiato: salvo poi cambiare idea.

Si consoli Signori: è in buona compagnia. Ad Alex Schwazer, colpevole e reo confesso di doping dopo l’oro olimpico di Pechino, hanno negato l’ultima gara quando è stato provato che qualcuno per zittire lui e il suo allenatore hanno contraffatto le provette di un controllo dopo che era tornato in attività a squalifica conclusa. Al ciclista paralimpico Fabrizio Macchi hanno tolto le Olimpiadi di Londra 2012, quelle che avrebbe potuto vincere con una squalifica di otto mesi. Salvo poi riabilitarlo quando i giochi erano ormai conclusi.

Pierpaolo Pasolini scrisse: “Non è che la legge non sia uguale per tutti. A volte semplicemente… non c’è”.