Calcio

Italia, il numero 10 agli Europei: Insigne dopo Motta… e Facchetti

Nella storia degli Europei dell’Italia, il numero 10 è stato indossato sempre da calciatori diversi: la prima volta fu unica.

Lorenzo Insigne (GettyImages)

Tutti i giovani calciatori sognano di indossare la maglia della Nazionale da grandi. Rappresentare il proprio Paese nelle competizioni internazionali è per pochi e accade con scadenza quadriennale. E anche il numero ha un peso specifico. Non è da tutti indossare il classico 1 dei portieri, come non è da tutti indossare quelle due cifre che pesano come un macigno sulle spalle dei fantasisti.

L’Italia ai prossimi Europei affiderà il numero 10 a Lorenzo Insigne, il quale non ha modo di indossarlo con il Napoli poiché ritirata in onore di Diego Armando Maradona. Una tradizione che lo stesso attaccante partenopeo rispetta, visto che ha fatto del 24 il suo marchio di fabbrica.

Nel corso della storia del torneo continentale per le nazionali, sono stati sempre diversi i calciatori Azzurri che hanno indossato la maglia numero 10 per l’Italia.

Leggi anche >>> Euro 2020, Italia sì, Italia no: cosa divide i tifosi sui social

Italia agli Europei, il numero 10 da Facchetti a Thiago Motta

Thiago Motta con il numero 10 dell’Italia agli Europei 2016 (GettyImages)

Il primo ad indossare alle fasi finali del campionato d’Europa per Nazioni il tipico numero da fantasista fu Giacinto Facchetti. Lo storico capitano dell’Inter e della Nazionale italiana del 1968 ebbe l’occasione di indossare il 10 per via di una regola ben precisa voluta dallo staff tecnico. La numerazione seguì l’ordine alfabetico. Portò abbastanza fortuna: l’Italia vinse la sua prima e unica volta gli Europei di calcio.

Per rivedere gli Azzurri nel torneo continentale, passano 12 anni. Sarà Giancarlo Antognoni nel 1980 ad inseguire il sogno con il 10. Nel 1988, invece, toccherà ad uno storico difensore della Serie A: Luigi De Agostini. Nel corso della sua carriera adottò tutti i numeri dal 2 al 11: una scelta singolare.

Negli anni ’90, invece, l’Italia partecipò solo ad Euro ’96 e fu Demetrio Albertini ad avere l’opportunità di giocare con il 10 sulla divisa Azzurra. Poi toccò ad Alessandro Del Piero nel 2000 e Francesco Totti nel 2004, ma quest’ultimo fu autore dell’episodio sgradevole e indecoroso: lo sputo sul volto di Poulsen. Data l’assenza del fantasista giallorosso ad Euro 2008, toccò a Daniele De Rossi ricevere la sua eredità nel campionato in Austria e Svizzera.

Infine, negli Europei del 2012 la maglia numero 10 andò ad Antonio Cassano; mentre per quelli successivi fu indossata da Thiago Motta: una scelta che destò tanta ilarità tra gli utenti social, per ruolo e qualità tecniche contrarie al numero indossato tradizionalmente da quel tipo di calciatori.

Leo Zullo

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