Il Manchester City si schiera contro il razzismo e lo fa colpendo in maniera durissima un proprio tifoso.
I fatti risalgono ormai al lontano 2019, quando gli stadi ancora si riempivano di fans, poi è arrivata la pandemia che ha cambiato tutto. Il problema è che dentro gli impianti non tutto era festa, anzi i comportamenti scorretti dei tifosi spesso, in Inghilterra, hanno avuto conseguenze pesanti.
E così è successo nel derby tra Manchester City e United con un supporter dei citizens che ha rivolto insulti razziali ai giocatori avversari, credendo forse di farla franca essendo contornato da molta gente. Così però non è andata e ieri è arrivata la sentenza di colpevolezza.
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Il tifoso del City è Anthony Burke, 42 anni, che è stato dichiarato colpevole per gli insulti razziali. Il giudice lo ha condannato e la pena è stata molto severa. Tre anni lontano dai tutti i campi da calcio, niente ingresso nella città in cui giocherà la Nazionale e impossibilità di accedere alle zone limitrofe degli stadi che ospitano il Manchester City in trasferta.
La condanna più dura arriva però dal City stesso che ha confermato il bando a vita di Burke dal proprio stadio di casa. Un gesto importante quello dei vice campioni d’Europa, una pena severa per dire con forza “no” al razzismo nel calcio. La speranza è che, dopo tanti calciatori, anche le società possano sempre di più allontanare coloro che usano le partite come personale sfogo per offendere gli altri in maniera pesante e causa del differente colore della pelle.
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