Tokyo 2020, caso di razzismo in Germania-Honduras: il gesto solidale a Torunarigha

Nuovo caso di razzismo nel calcio: la vittima è Jordan Torunarigha durante un’amichevole verso Tokyo 2020 tra Germania e Honduras, cosa è successo.

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Jordan Torunarigha, difensore della Germania (Getty Images)

Nel 2021 si assistono ancora ad episodi di razzismo durante le partite di calcio. L’ultimo bersaglio di questa piaga sociale è Jordan Torunarigha, difensore tedesco nato a Chemnitz ma di origini nigeriane. Nonostante le continue battaglie, l’odio di stampo discriminatorio è ancora presente tra molte persone.

Compreso un tesserato dell’Honduras che, durante un’amichevole preolimpica contro la Germania, ha rivolto questo tipo di insulti al povero classe ’97. Tra l’altro non è la prima volta che accade al giocatore dell’Hertha Berlino, già vittima in passato di cori razziale durante un match di coppa nazionale con lo Schalke 04.

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Razzismo prima di Tokyo 2020: il caso di Torunarigha

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Torunarigha, vittima di insulti razzisti (Getty Images)

Una scena vergognosa accaduta a Wakayama, la città giapponese che ha ospitato la partita. Un match disputato tra l’altro a porte chiuse a causa dell’emergenza Covid che negherà l’ingresso dei tifosi anche a Tokyo 2020. Senza il pubblico sugli spalti, ci ha pensato un protagonista in campo a mostrare il suo lato peggiore nella fase finale dell’amichevole tra Germania e Honduras.

Mancavano circa cinque minuti quando, sul punteggio di 1-1, la selezione tedesca ha improvvisamente abbandonato il campo in segno di protesta. Un gesto solidale a Torunarigha, rientrato anzitempo negli spogliatoi insieme ai compagni con il volto coperto dalla pettorina. La partita è stata così interrotta e non è più ripresa.

Nella mix zone il tecnico Stefan Kuntz ha spiegato la dura presa di posizione della sua squadra: “Se uno dei nostri giocatori viene insultato dal punto di vista razziale, continuare a giocare non è più un’opzione”. Poco dopo è arrivata anche la replica della federazione honduregna che ha parlato di un semplice “malinteso”.