Tokyo 2020, anche il cibo diventa un problema: la soluzione di alcune squadre

Tokyo 2020, il cibo finisce sotto accusa. Le Olimpiadi sono scandite dalle polemiche, anche l’alimentazione nel mirino.

Tokyo 2020 problema cibo (Getty Images)
Tokyo 2020 problema cibo (Getty Images)

Dimentichiamoci le tavolate viste a Euro 2020, con le squadre in ritiro come una scolaresca fra canti, scherzi e aneddoti. Ai Giochi Olimpici si respira un’altra atmosfera: la stessa che dovranno vivere anche i calciatori U21. Il problema a Tokyo 2020 è l’incognita COVID-19: la variabile indiana spaventa, ma non solo.

Esiste la piaga dell’aumento dei contagi con più di 80 casi riscontrati tra atleti e giornalisti: l’atmosfera è particolarmente pressante, sommata anche al no degli sponsor che in maniera perentoria si sono discostati – parzialmente – dalla manifestazione. Toyota e gli altri, la sequenza di partner che hanno preferito guardare altrove. Da un’altra parte iniziano a guardarci pure gli atleti che, come in una bolla, prendono le proprie precauzioni.

Leggi anche – Kessiè, l’annuncio definitivo sul futuro al Milan: “Ho deciso di…”

Tokyo 2020 ancora polemiche: alimentazione degli atleti nel mirino

Olimpiadi alimentazione oggetto di critiche (Getty Images)
Olimpiadi alimentazione oggetto di critiche (Getty Images)

Parola d’ordine: evitare rischi, più di quanti non ce ne siano già. È emerso il caso dei letti di cartone nei dormitori dedicati agli atleti. Più di un rappresentante ha fatto notare la precarietà delle strutture, ritenute fatiscenti, con prove attraverso TikTok ricolmi di ironia e rassegnazione che testimoniano quanto gli alloggi non siano all’altezza della situazione.

Persino Federica Pellegrini ha scherzato sull’argomento: “Letto di cartone e via”. Impossibile fare ironia, invece, sulla situazione alimentare. Più d’una delegazione, infatti, starebbe prendendo provvedimenti perché scettica sulla provenienza dei cibi messi a disposizione per l’evento.

A cominciare la North Korea che ha fatto portare scorte di cibo per tutta la spedizione olimpica: “Non ci fidiamo – dice una portavoce ai microfoni del Tg3 – per non correre rischi il cibo lo prepariamo autonomamente”. Non è la prima squadra che decide di provvedere da sé alla nutrizione dei propri atleti: l’allerta è massima, ma Tokyo 2020 continua a far parlare di sé per impossibilità piuttosto che successi, con i partecipanti costretti a fare di necessità virtù.