Allegri e la crisi della Juve
Juventus-Chelsea, Allegri prepara la sfida con i Blues e tenta una strategia diversa dal solito: il tecnico toscano ha un’arma segreta.
Juventus-Chelsea, Allegri ci crede. Questa partita non è come le altre, non solo per il blasone europeo, ma anche per l’importanza che questi 90 minuti avranno nella testa dei suoi giocatori. Non c’è solo l’ex Inter Lukaku ad alimentare una sfida che sa di Derby d’Italia, resta la certezza che la Juve ha bisogno di ritrovarsi: riacquistare quella consapevolezza che sta ritrovando a piccole dosi per migliorare le proprie prestazioni sia in campionato che in coppa.
Il mister ce la sta mettendo tutta: la Vecchia Signora è intenzionata a togliersi le grinze di dosso, può farlo soltanto con una prestazione maiuscola contro i Blues. Una di quelle gare che fanno dire, ancora una volta per chi se lo fosse dimenticato, noi siamo la Juve. Vincere è l’unica cosa che conta. Allegri lo ha stampato in testa, si tratta solo di farlo capire agli altri, e in fretta, che di tempo non ce n’è più.
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Per questo il tecnico toscano è combattuto: l’animo pervaso dai dubbi, di natura tattica, perchè sulla tecnica – nonostante l’addio di Ronaldo – si può sempre contare. Il dilemma è numerico, ma anche emotivo perchè prendersi qualche rischio vuol dire anche esporsi alla fragilità difensiva.
Quella che, malgrado le analisi e le presunte giustificazione, è il tallone d’Achille di questo nuovo corso che deve ritrovare le vecchie abitudini. Quindi 3-5-2 va bene, al massimo 4-4-2, per garantire la stabilità in mezzo al campo che dovrebbe spazzare i dubbi per far posto alle certezze.
Resta poi sempre il piano C: l’arma segreta, il coniglio che esce dal cilindro per tentare il colpo di coda. Kean, in questo, ha qualche responsabilità: il ritorno del figliol prodigo è stato celebrato a dovere, adesso serve il riscatto. Far capire che tornare non è stato inutile. Quindi o falso nueve, oppure esterno d’attacco.
In alternativa alle presenze di Federico Chiesa e Dejan Kulusevski. Con Bernardeschi in versione outsider. Allegri non vuole dare punti di riferimento, né punte a cui l’avversario può aggrapparsi per prendere le misure. Intanto, però, qualche calcolo deve cominciare a farlo lui. Altrimenti bisognerà fare i conti con i rimpianti.
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