Roma, turno di stop alla Curva Sud con pena sospesa: cosa significa

Il Giudice Sportivo di Serie A ha inflitta una pena sospesa alla Curva Sud della Roma per i cori razzisti contro Ibrahimovic e Kessie: che cosa significa.

I tifosi della Roma
I tifosi della Roma (LaPresse)

Nell’ultimo turno di campionato, in Roma-Milan è avvenuto un episodio spiacevole con protagonista la Curva Sud. Ancora una volta, negli stadi italiani si sentono cori razzisti nei confronti degli atleti. Insulti che cominciano a diventare insistenti da inizio stagione.

Bakayoko, Maignan, Osimhen, Koulibaly, Anguissa, e ancora Vlahovic, Ibrahimovic, Kessie…tutti calciatori vittime di cori razzisti. Nell’ultima giornata di Serie A è toccato allo svedese e al centrocampista ivoriano, entrambi beccati dai supporter giallorossi con cori beceri. Questa volta, il Giudice Sportivo è intervenuto e ha condannato la Curva Sud per i cori discriminatori nei confronti di Ibrahimovic e Kessie.

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Curva Sud Roma chiusa per una partita, ma la pena è sospesa: cosa significa

Ibrahimovic beccato dalla Curva Sud
Ibrahimovic beccato dalla Curva Sud (LaPresse)

Il Giudice Sportivo di Serie A ha inflitto un turno di stop alla Curva Sud della Roma per i cori contro Ibra e Kessie in Roma-Milan di domenica 31 ottobre. Tuttavia, il giudice Mastrandrea ha specificato che si tratta di una pena sospesa per un periodo di “un anno”.

Dunque, Curva Sud chiusa al pubblico per una partita ma con la condizionale. Che significa tutto ciò? La pena inflitta al club giallorosso e i suoi tifosi scatterà se si verifichino durante il periodo di un anno altri episodi analoghi. A quel punto, la sospensione sarà “revocata e la sanzione sarà aggiunta alla nuova violazione“. Insomma, per il momento la i tifosi della Roma potranno continuare ad andare in Curva Sud, ma se nell’arco di tempo indicato dal giudice sportivo si sentiranno nuovi cori razzisti contro i calciatori, scatterà una condanna ben più severa del semplice turno di stop. Roma e supporter avvisati. Ma per molti tifosi ciò non basta: la condanna è troppo leggera ed è considerata ridicola.