Carlo Verdone, lo scherzo al figlio: quella volta che si finse il manager di Totti

Carlo Verdone, attore e regista, è amante degli scherzi. A conferma di questa passione, il racconto di una celebre trovata.

Carlo Verdone, una vita piena di poesia e arte. Ricca di aneddoti e momenti da ricordare. Tutto scritto nelle sue autobiografie. Grandi protagonisti del cinema internazionale con cui ha condiviso tutto: da Alberto Sordi a Paolo Sorrentino passando per la Sora Lella, un unico grande frullatore di esperienze condensato nella forza della parola scritta e orale.

Carlo Verdone
Carlo Verdone (GettyImages)

Situazioni che, ancora oggi, fanno sorridere. Soprattutto se pensiamo a quanto Verdone sia amante degli scherzi. L’attore, infatti, è solito organizzare fantasmagoriche trovate per strappare un sorriso ai presenti. Siano essi parenti o amici, anche semplici conoscenti.

Nel suo ultimo film “Si vive una volta sola” che anticipa “Vita da Carlo” racconta proprio questo: ovvero la tendenza ad organizzare simpatici tranelli che scadano nella beffa o nella risata amara. Non risparmia nessuno, neppure i figli. Il secondogenito Paolo ha sempre avuto la passione per il calcio, al punto che da giovanissimo avrebbe potuto diventare una promessa.

Carlo Verdone, lo scherzo a suo figlio: perchè si finse un noto manager

Carlo Verdone scherzo
Carlo Verdone, lo scherzo al figlio Paolo (LaPresse)

Almeno questo è quello che gli ha fatto credere suo padre che, quando era appena approdato nelle giovanili della sua categoria, ha finto di essere il manager di Francesco Totti. Lo ha chiamato dicendogli: “Ti abbiamo visto giocare con Francesco, sei molto bravo. Vieni allo Stadio dei Marmi che parliamo”. Il giovane Paolo cadde nel tranello, appena lo scoprì evitò di parlare con Carlo per due settimane.

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Uno scherzo troppo irriverente che, però, ha destato ilarità e trasporto (al punto da raccontarlo durante l’anteprima del film tra le risate dei presenti). Un capitolo chiuso e particolarmente sentito, soprattutto dal figlio che si è trovato a fare i conti con questo lato abbastanza singolare del papà. Anche per questo, forse, ha scelto un’altra strada. Ora è una personalità di spicco nel Ministero dei Beni Culturali. Con il pallone continua ad avere un buon rapporto, malgrado il ricordo dolce amaro di quell’illusione.