L’ex attaccante dell’Inter, Nicola Ventola, è intervenuto ai nostri microfoni a margine dell’evento di lancio di “Elimobile” organizzato a Milano
Nicola Ventola è intervenuto, in esclusiva, ai nostri microfoni per analizzare la vittoria nella finale di Coppa Italia da parte dell’Inter. Il classe ’78 non ha mai nascosto la sua simpatia per i colori nerazzurri, squadra nella quale ha anche militato in due momenti diversi della sua carriera: prima nella stagione 1998-98 e poi nel 2001-2002 e 2002-2003, con anche una presenza nell’agosto del 2004. Con la maglia dell’Inter, in tutto, ha collezionato 65 presenze e realizzato 21 reti. 
Nicola, partiamo della Finale di Coppa Italia. L’Inter non muore mai…
“Si, era partita anche bene con un bel gol all’inizio. Va però dato merito alla Juve che a differenza magari di molte partite in campionato è riuscita a ribaltare la partita ed a mettere in difficoltà l’Inter che non è facile perché secondo me l’Inter, anche se non vincerà il campionato, è la squadra che quando gioca lo fa molto bene e meglio delle altre. Secondo me i cambi di Allegri hanno influito, mettendo un difensore in più si è abbassata e l’Inter è riuscita a tornare in avanti chiudendo la gara con un bellissimo gol di Perisic”.
Cosa ti aspetti, invece, dalla prossima giornata di campionato?
“Mi aspetto che l’Atalanta venga a fare una grande partita a San Siro contro il Milan perché può andare in Europa League. Detto questo però credo che il Milan non sbaglierà, sono in fiducia e quando si pensa che possa accadergli qualcosa di negativo rispondono sempre presente. Inoltre credo che meritino veramente di vincere lo Scudetto”.
Ventola a CalcioToday.it: “Perisic? L’Inter dovrebbe…”
Cosa ne pensi di Perisic? Sarebbe un duro colpo per l’Inter perderlo a zero?
“Io non voglio esagerare ma credo che in quel ruolo sia il migliore del mondo. Ha raggiunto la sua maturità sia in fase difensiva che offensiva. Fossi l’Inter gli farei firmare un triennale, anche se poi mi fa solo due anni così va bene lo stesso. Sarebbe un peccato perderlo, deve rimanere”.
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