Calcio giovanile, un genitore picchia l'allenatore avversario (Foto ANSA)
Ha destato profonda impressione la notizia di un ragazzo di soli 14 anni abbandonato dal suo procuratore a 700 chilometri da casa, per strada, è accaduto in Argentina
La polizia lo ha fermato per strada a Mar del Plata mentre cercava un passaggio per tornare verso casa, a Rosario, a oltre 700 chilometri di distanza.
Il protagonista di questa storia che ha dell’incredibile è una giovane promessa del calcio argentino, 14 anni. La notizia, pubblicata dall’autorevole quotidiano Clarin, è stata confermata dai genitori del ragazzo. Che hanno sporto denuncia.
Quello delle procure di calciatori giovanissimi è purtroppo una consuetudine in molti paesi, anche in Italia. Giocatori adolescenti, anche di 12-13 anni, i cui genitori spesso pagano per firmare contratti di rappresentanza a presunti procuratori sognando una carriera da calciatore professionista. Ci sono molti casi di famiglie che si sono indebitate e ragazzini i cui sogni si sono rivelati illusioni. In Brasile e Argentina ci sono state diverse indagini. Diverse le denunce a carico di sedicenti “procuratori”. Poi condannati per truffa, e reati paragonabili ai nostri di esercizio abusivo di professione e millantato credito.
Tuttavia quello che è accaduto in questo caso è semplicemente allucinante. Il ragazzino, 14 anni, di cui non sono state rese note le generalità, era stato invitato a effettuare un provino al Club Atletico Aldosivi a Mar del Plata per entrare nella Juniores della squadra professionistica. Una grande occasione: per la quale i genitori hanno pagato – come anticipo di spesa – alcune migliaia di euro. Ad accompagnarlo il procuratore che aveva organizzato il provino.
Arrivato a destinazione il ragazzo non solo non ha giocato a pallone, ma si è ritrovato da solo. Il suo agente lo aveva abbandonato fuori da un albergo per un impegno galante con una donna. E la polizia lo ha trovato lì, che chiedeva informazioni ai passanti, disorientato e in lacrime. La squadra del suo provino non sapeva assolutamente niente…
Assistito dai servizi sociali il giovanissimo è stato riaffidato alla famiglia il giorno dopo, quando il presunto agente si è ripresentato agli uffici dell’assistenza infantile parlando di essere vittima di un malinteso e chiedendo di riprendere in custodia il ragazzo. Il quale ha chiesto di tornare dai genitori e di non avere più nulla a che fare con l’agente. Denunciato dai genitori e dalla procura di Stato.
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