La retrocessione del Genoa: coreografie, applausi e funerali – VIDEO

Il Genoa dopo quindici anni retrocede in Serie B, con tutta una serie di celebrazioni e particolarità tipiche di una città che vive il calcio diversamente da qualsiasi altra

Il rapporto tra Genoa e Sampdoria è difficile da spiegare a chi non vive Genova e la genovesità. Alcune famiglie si spaccano per pochi giorni all’anno, prima e dopo il derby, per riunirsi forzatamente e tollerarsi fino alla prossima stracittadina.

Genoa
La splendida coreografia dei tifosi del Genoa prima dell’ultima gara a Marassi (AP LaPresse)

In una città che non ha avuto molti motivi di soddisfazione dagli anni ’90 in poi, giusto qualche sporadico passaggio in Europa League, la supremazia cittadina sui dirimpettai è l’unica cosa che conta.

La retrocessione del Genoa

La retrocessione del Genoa è stata seguita con una certa curiosità da chi ha guardato la gradinata Nord che ieri, in occasione della sconfitta contro il Bologna, ha cantato e festeggiato come se la squadra fosse andata in Europa. Da anni in lotta senza quartiere contro Enrico Preziosi – attualmente in causa con la nuova proprietà e che da ieri si è dimesso anche dal consiglio di amministrazione – i tifosi della Gradinata Nord sono riusciti a tollerare un costo enorme come la retrocessione in Serie B, solo per non avere più nulla a che fare con l’ex proprietario. Di qui la splendida coreografia del prepartita e lo striscione molto eloquente dedicato alla nuova proprietà: “Passione e coraggio, la Serie B deve essere solo un passaggio”.

Il tifoso genoano ha una mentalità molto particolare, speciale, forse unica. Mette in preventivo che la sofferenza sarà il comune denominatore della propria esistenza. Con poche e rare soddisfazioni. Di qui il soprannome del cricket, ribattezzato “vegiu marotto”, il vecchio malato. Che l’anno prossimo festeggerà i suoi 130 anni di vita. Il tifoso del Genoa si presenta in modo molto genovese: “Sono genoano e ogni tanto mi piacerebbe anche vincere…” è una delle più feroci battute che girano nella Nord.

Il funerale dei sampdoriani

La strana festa dei tifosi del Genoa, che dopo l’ultima sconfitta hanno trattenuto sotto la Nord a lungo i propri giocatori in un reciproco omaggio molto commovente, ha fatto da contrasto con o mortöio, letteralmente il funerale. É una tradizione che si perde negli anni ’50, una goliardata di una città che, tra le tante cose che annovera, vanta anche una antichissima compagnia teatrale goliardica – la Baistrocchi – che esiste da oltre un secolo – che era solita organizzare un funerale ai membri che si sposavano. Un addio al celibato che quasi sempre finiva in un gigantesco coma etilico.

I tifosi di Genoa e Sampdoria hanno ripreso questa tradizione. I genoani sostengono di essere stati i primi a organizzare il funerale alla Sampdoria quando nel 1966 la squadra blucerchiata retrocesse per la prima volta in Serie B. Da allora i tifosi di entrambe le squadre si ricambiano il favore in modo ugualmente spettacolare.

Con una lunga processione da via XX Settembre fino in piazza De Ferrari la salma del Genoa – rappresentata da un pollo (i sampdoriani definiscono il Genoa – il grifone – il bibino, un tacchino) accompagnata da bare, croci e finti preti salmodianti che recitano l’eterno riposo invitando tutti i notabili genoani della città a pregare per il povero defunto. La stessa cosa toccò nel 2011 alla Sampdoria quando retrocesse. E 30mila genoani accompagnarono la salma blucerchiata fino alla fontana di piazza de Ferrari.

Il calcio dà, il calcio toglie. In una città che perde uno dei derby più belli del mondo la cui atmosfera si può spiegare. Anche se difficilmente, chi non la vive, riuscirà a capirla.

La coreografia del Genoa prima della partita contro il Bologna

Alcuni momenti del funerale dei tifosi della Sampdoria al Genoa retrocesso