Dybala, Belotti e Mertens: futuro nebuloso. Colpa degli agenti o delle società?

Dybala, Belotti e Mertens tre grandi calciatori dal futuro poco chiaro. Ora che sono liberi, devono decidere dove andare ma i problemi non mancano.

“Dybala? Tutt’ora lo sento ma penso sia finita. Non dipende solo da Dybala. Se dipendesse da lui ci sarebbe una buona speranza. Mi sono esposto un po di più”.  Sono queste le parole lasciate da Francesco Totti a ‘Sky Sport’ a margine della presentazione del nuovo centro sportivo di Bruno Conti a Nettuno.

Dybala
Dybala (La Presse)

Parole forti, precise ma che fanno però sorgere delle domande importanti: di chi sarebbe la colpa? Se Dybala ci teneva a giocare per la Roma, perché non ha accettato la presunta offerta? In questo caso, a questo punto, dobbiamo parlare di concorso di colpa o è solo una sensazione dell’ex capitano giallorosso?

Dybala, Belotti e Mertens: colpa di chi?

Dybala
Mertens (La Presse)

In effetti, quando un grande calciatore non rinnova con una società o non trova un accordo con un’altra, parte subito la ricerca del colpevole. A volte sbaglia la società, a volte i giocatori che sono descritti come mercenari e a volte gli agenti che sono visti come degli avvoltoi.

Peccato che ci si dimentica sempre che questo sport viene fatto da professionisti che, oltre a valutare il progetto tecnico di turno, hanno il dovere di pensare anche a quanto potrebbero intascare annualmente. Una trattativa è composta da una domanda e da un’offerta: a volta si trova subito l’accordo, in altri casi si riduce il gap tra i due per raggiungerlo ma in altri ancora, arriva una fumata nera.

Ma in quest’ultimo caso, di chi è la colpa? Mettendo da parte i soliti campanilismi all’italiana, bisogna partire da una vecchia frase in latino: in medio stat virtus. La verità in effetti sta nel mezzo e basta analizzare gli ultimi casi derivanti proprio da Dybala, Mertens, Koulibaly e Belotti.

Quattro grandi calciatori che hanno avuto o hanno problemi con la loro società sul rinnovo di contratto. Prendendo in esempio i due calciatori del Napoli, per quanto sia comprensibile l’obiettivo dell’abbattimento del monte ingaggi a causa dei pochi ricavi registrati causa pandemia, perché questi due rinnovi non sono stati trattati prima? Ora si chiede ad entrambi i giocatori di non pensare al “vile denaro” in favore di una maglia. Perché non discuterne prima, magari puntando sullo spalmare l’ingaggio?

In questo caso, Mertens e Koulibaly passeranno per due traditori che pensano solo al denaro. E’ realmente colpa loro e dei loro agenti o di una società che ha dimenticato come si programmano certi rinnovi? Discorso simile va fatto per Andrea Belotti: si è discusso per un anno sul suo possibile rinnovo, senza però pensare ad una questione fondamentale. A prescindere dall’ingaggio, non è che il giocatore voglia garanzie tecniche?

E allora, così come nel caso dei due azzurri, siamo sicuri che la responsabilità del mancato accordo sia del calciatore? Non può essere che forse il Torino avrebbe dovuto sforzarsi di più per dare quelle garanzie tecniche al giocatore? Tutte queste domande, dovrebbero far pensare solo ad una cosa: dietro il mancato rinnovo o arrivo di un big, non c’è solo il vile denaro ma anche la mancata programmazione di alcune società.