“Mi allenavo da ubriaco”: la confessione a sorpresa del campione di Serie A

Il calciatore di Serie A andava in allenamento da ubriaco dopo le serate passate fuori con i superalcolici: la confessione a sorpresa spiazza tutti. 

Quante cose succedono negli spogliatoi di Serie A. Lo stress mediatico, gli allenamenti pesanti, la pressione che molti giovani non riescono a reggere. Non è facile diventare campioni in Italia, in particolar modo nei top club.

Un calciatore di Serie A si ubriacava prima degli allenamenti
Un calciatore di Serie A si ubriacava prima degli allenamenti (LaPresse)

Ci sono casi storici in Serie A, fallimenti veri e propri. Bengtsson, ad esempio, un talento dei primi anni 2000 che tentò il suicidio dopo pochi mesi all’Inter. Era esausto della pressione. O anche giocatori che non sono riusciti a sfondare, come Hachim Mastour, ex Milan dalle grandi doti balistiche e nulla più. Altre che sono diventate vere e proprie meteore, dopo qualche buona prestazione e poi l’oblio.

La storia che stiamo per raccontare, invece, è ben diversa. Certamente, il campione di Serie A stava per intraprendere una strada davvero sbagliata, ma in qualche modo è riuscito a farcela ed oggi può dire a tutta Europa di essere un vincente.

Il passato “oscuro” di Acerbi: il debole per l’alcol

Acerbi, difensore della Lazio e della Nazionale
Acerbi, difensore della Lazio e della Nazionale (LaPresse)

Il difensore della Lazio, pronto a diventare un nuovo calciatore dell’Inter, ha iniziato la carriera nel Pavia. Dopo tanta gavetta, l’esordio in Serie A con il Chievo e poi la chiamata con il Milan di Robinho, Boateng, Pazzini, Mexes. Una squadra che aveva appena ceduto campioni come Cassano, Ibra e Thiago Silva. Francesco Acerbi all’epoca aveva appena 24 anni e si ritrovava catapultato in una dimensione enorme: “Ho perso un’occasione importante per la mia carriera, ma l’ho superato – svelò il centrale classe 1988 a la Repubblica – Non davo la giusta importanza a nulla“.

Nella stessa intervista, Acerbi svelò i suoi peccati e dichiarò di non essersi sempre comportato all’altezza delle aspettative: “Quando ho cominciato, non avevo la testa da professionista… Spesso arrivavo al campo alticcio, senza aver recuperato dai superalcolici della sera prima. Fisicamente ero forte e mi bastava dormire qualche ora e poi in campo rendevo comunque“. Di certo non un atteggiamento da prendere come esempio: “Io esageravo“. Dopo la breve esperienza al Milan, Acerbi ha pensato anche di smettere una volta tornato al Chievo: “Dicevo a Paloschi che non ce la facevo più. Non trovavo più stimoli nel calcio“.

Le cose sono cambiate nel giro di pochi anni, soprattutto dopo la malattia: “Ho avuto di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare – Spiega Francesco riferendosi al cancro ai testicoli – E sono ritornato bambino“. Il punto più alto della sua carriera? Certamente gli Europei vinti con l’Italia. E ora un’altra opportunità a Milano, sponda Inter. Inzaghi lo vuole nel suo pacchetto difensivo.