La sede della UEFA a Nyon (AP LaPresse)
La squalifica della Russia, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, permane ma la Nazionale ha programmato un amichevole con la Bosnia scatenando un caso diplomatico
Sono passati ormai sette mesi da quando è iniziata l’invasione russa in territorio ucraino. E da allora i provvedimenti che gli organismi sportivi hanno preso nei confronti di atleti russi e federazioni sportive di Mosca sono stati molteplici.
In qualche caso è stato consentito agli atleti russi di gareggiare regolarmente in modo autonomo: per esempio nel tennis. Anche se Wimbledon ha imposto un embargo storico che ha fatto molto discutere.
Le rappresentative russe di fatto sono escluse da qualsiasi competizione sportiva. A tutti i livelli. In Formula 1 un team, l’americana Haas, ha cancellato gli sponsor russi che patrocinavano la stagione agonistica e licenziato il pilota Nikita Mazepin, per altro figlio del proprietario di uno degli sponsor.
Il campionato russo si gioca regolarmente. Proprio come tra mille difficoltà, di carattere ben diverso, sono tornate in campo anche le squadre ucraine: senza pubblico, tra rinvii e posticipi, con gare interrotte dagli allarmi aerei.
Ma la Russia non può giocare. É stata esclusa d’ufficio dal Mondiale, eliminata dal girone di recupero che poi ha promosso la Polonia. Di conseguenza non è stata ammessa nemmeno alla nuova edizione della UEFA Nations League. E tutti i provvedimenti presi inizialmente per la chiusura della stagione 2021-22 sono stati ribaditi anche per la stagione appena cominciata. Il che significa che la Russia rischia di saltare anche le qualificazioni al prossimo Europeo 2024 il cui sorteggio si tiene tra meno di un mese – il 9 ottobre – e vede la Russia non esclusa ma al momento semplicemente sospesa.
Durante i Mondiali la Russia, come l’Italia e tutte le altre squadre non partecipanti, si riunirà per una serie di allenamenti collegiali. Ma ha sorpreso molto la decisione della Bosnia di Edin Dzeko di accettare l’invito della federcalcio russia e giocare un’amichevole a San Pietroburgo, già programmata il 19 novembre, un giorno prima dell’inizio dei Mondiali in Qatar.
La cosa non è piaciuta nemmeno ai giocatori: “Sono senza parole, questa decisione non mi piace e l’ho già fatto presente anche ai miei dirigenti federali” ha detto Miralem Pjanic. Proteste ufficiali anche da parte di tifosi della nazionale bosniaca e da molti rappresentanti istituzionali del paese.
La città di Sarajevo ha annunciato una protesta ufficiale dichiarandosi chiusa ad ospitare partite ufficiali della sua nazionale per i mesi a venire. A meno che questa amichevole non sia cancellata. Nessun commento al momento da FIFA e UEFA chiamate a esprimersi di fronte a quella che sembra essere una decisione che scavalca le loro stesse sanzioni.
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex Inter, per una vicenda che riguarda…
Il calciomercato è iniziato già da quasi due settimane e sono diversi i movimenti già…
L'estate calcistica è già iniziata da settimane e come sempre porterà una valanga di notizie,…
Dopo l’arrivo di Kevin De Bruyne, il Napoli non intende fermarsi e punta dritto al…
Giorni infuocati, non solo dal punto di vista ambientale per quanto riguarda il calciomercato, italiano…
Il Napoli riparte da Antonio Conte, Kevin De Bruyne e un mercato che dopo l'arrivo…