Vlahovic, è crisi (bianco)nera: è l’ombra di se stesso

La crisi della Juventus reca in calce anche la firma di Dusan Vlahovic che è irriconoscibile: a certificarlo anche i numeri

Quando i risultati non arrivano, a finire nel mirino della critica e dei tifosi è sempre l’allenatore. E così anche per il momentaccio della Juventus, uscita con le ossa rotte anche dal match contro il neopromosso Monza, a finire sul banco degli imputati è il tecnico Max Allegri.

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic, attaccante della Juventus (LaPresse)

Sia ben chiaro, mai come in questo caso le critiche appaiono mirate: il tecnico livornese ha le sue colpe perché la Juventus, per ammissione dei suoi stessi tifosi, è inguardabile non esibendo neanche una minima idea di gioco. Visto che il mantra tattico di Allegri è che “bisogna vincere le partite, non essere bellini“, questo suo pragmatismo ora gli si ritorce contro: è, infatti, la mancanza di risultati il principale capo d’accusa contro il condottiero bianconero.

Eppure, giusto per spezzare una lancia in suo favore, non si può tacere il fatto che Allegri finora è stato tradito proprio uno dei suoi uomini migliori, quel Dusan Vlahovic che è in piena crisi d’identità.

Dusan Vlahovic, solo 16 palloni toccati e un solo tiro in porta

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic, attaccante delle Juventus (LaPresse)

La fotografia che meglio restituisce il periodo no che sta attraversando il serbo, ormai l’ombra di se stesso, di quel rapace dell’area di rigore dal talento così fulgido da convincere la Juventus a sborsare ben 80 milioni di euro per strapparlo alla Fiorentina, è lo scout della sua incolore prestazione all'”U-Power Stadium”.

In 90 minuti, più recupero, Vlahovic ha toccato solo 16 palloni mettendo a referto un solo tiro nello specchio della porta. Numeri che aggravano la sterilità in zona gol del serbo: dopo un avvio sprint con 5 gol in quatto partite Vlahovic non timbra il cartellino dei marcatori da quattro match, tra campionato e Serie A, un gol ogni 531 minuti.

Poco, troppo poco per quello che indossa i galloni del top player del club bianconero e che invece negli ultimi tempi da spauracchio delle difese avversarie si è trasformato in una sorta di spettatore non pagante delle partite della Vecchia Signora.