La Juventus pensa a una rivoluzione tecnica e strategica: il piano

La Juventus, visti i risultati pessimi in correlazione ai soldi spesi, sta pensando di rivedere i suoi piani e le proprie idee sul mercato

Un avvio disastroso e poco convincente. Appena dieci punti in classifica dopo sette giornate di campionato, due partite in Champions e due sconfitte, col Psg ci può stare ma col Benfica in casa dopo essere passati in vantaggio, proprio no. Non solo. La Juventus ha fatto mercato, ha ingaggiato due top-player come Di Maria e Pogba, ma preso pure Kostic e Bremer, non proprio a pochi soldi.

I risultati però non sono arrivati anzi ci sono squadre che hanno speso molto meno anzi, decisamente meno dei quasi 200 milioni di euro investiti in questo ultimo anno e mezzo che occupano le prime quattro posizioni della classifica: Napoli, Atalanta, Udinese e Lazio. E non va nemmeno tanto bene che sono le prime giornate e le sorprese sono dietro l’angolo.

Allegri Juventus
Allegri e la decisione della società, la Juventus parla chiaro (La Presse)

Almeno questo è quello che pensano in casa Juventus. Dirigenti e famiglia Agnelli-Elkann sono rimasti spiazzati e un po’ turbati da questo avvio di stagione. E stanno seriamente pensando di cambiare anzi stravolgere totalmente la strategia. Rivedere le priorità, soprattutto dal punto di vista economico.

All’interno della società bianconera si sta facendo strada un nuovo pensiero, ovvero cambiare qualcosa nell’area tecnica e rivolgersi a qualcuno in grado di trovare talenti e giocatori che possano essere delle certezze. Ma si può fare calcio senza spendere cifre folli ed essere competitivi? La risposta è si, anche se ti chiami Juventus. Anzi da un certo punto di vista potresti avere anche dei clamorosi vantaggi: la squadra di proprietà e immagine della Fiat che fa economia, punta sui giovani in un momento difficile del paese. Un connubio perfetto

Magari non il massimo per il tifoso bianconero che da anni è abituato a vincere anzi solo a vincere, ma col tempo, con un progetto ben preciso e con un pizzico di pazienza, alla fine anche i sostenitori più accesi capirebbero e apprezzerebbero anzi potrebbero perfino amarla di più e sentirla più loro. Un po’ come fece il primissimo Manchester United di Alex Ferguson che cedette di punto in bianco i campioni per puntare sui giovani e poi vincere tutto per anni.

Juventus, gli uomini giusti per la rivoluzione

Ma per fare questo ci vogliono dirigenti bravi, persone in gamba che hanno dimostrato di saperci fare, anche perché da quando sono andati via manager come Paratici e Marotta, in casa bianconera ci sono state tante difficoltà E per questo Andrea Agnelli, che deve ancora dare ancora l’ultima parola, ci sta seriamente pensando. Tra i primi sondati c’è Gianluca Petrachi. L’ex direttore sportivo di Torino e Roma potrebbe essere il profilo giusto.

Petrachi ha portato tanti giocatori in maglia granata e con quella giallorossa spendendo pochi soldi e facendo ricavare alla propria società cifre importanti. Ovviamente non è quello che vuole fare la Juve, ma trovare i giocatori giusti, giovani talenti in grado di poter crescere con giocatori affermati. Il manager, molto amico di Conte, è stato già sondato, ma per ora non è ancora il prescelto. Lui, ovviamente, nonostante il passato granata e i pessimi rapporti con Cairo, verrebbe di corsa.

Igli Tare, ds del club biancoceleste
Igli Tare, ds del club biancoceleste (LaPresse)

Ma non è l’unico profilo. Ad Agnelli stuzzicano molto Giuntoli e Tare. Più il secondo che il primo. Col dirigente albanese c’è una sintonia che va avanti da un po’, anche perché rispetto al dirigente del Napoli, Tare ha speso meno soldi trovandosi in mano gente come Immobile, Luis Alberto e soprattutto Milinkovic-Savic. Tutti e tre per una spesa complessiva che non arriva a 28 milioni di euro. E poi, dopo la Juventus, la Lazio è la squadra che ha vinto più titoli negli ultimi dieci anni.

Non resta che aspettare e vedere, ma a Torino, sponda bianconera, ci stanno pensando sul serio. Entrare in una nuova era e provare a unire l’utile (anche del bilancio soprattutto che non è un aspetto di secondo piano) e il dilettevole, ovvero trovare i futuri Haaland e tornare belli e vincenti e, perché no, anche e soprattutto green. Che la rivoluzione abbia inizio. SE si vuole.