Copa Sudamericana, la storia dell’Independiente del Valle: Davide abbatte Golia

Il piccolo club ecuadoregno dell’Indipendente del Valle, nato appena quindici anni fa, interrompe il dominio dei club brailiani in Copa Sudamericana battendo niente meno che il Sao Paulo

Dodici anni fa l’Indipendente del Valle era una modestissima squadra che tirava a campare con un discreto settore giovanile, e qualche buona intuizione di mercato. A malapena la si poteva immaginare nel massimo campionato dell’Ecuador .

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Il capitano Carbajal bacia la Copa (AP LaPresse)

Oggi è un club che ha conquistato il suo primo trofeo continentale, la Copa Sudamericana, nientemeno che a spese di un colosso come il Sao Paulo, club con un budget di circa quindici volte superiore a quello della squadra che l’ha clamorosamente battuto.

La storia de l’Independiente del Valle è tale e quale a quella di Davide che con una sassata abbatte il colosso Golia. Creato quasi da zero da tre soci che volevano utilizzare il club come bacino di valorizzazione per giocatori da mettere sul mercato, l’Indipendente ha compiuto un’impresa che resterà nella storia.

Intanto qualificarsi per la Copa Sudamericana, la seconda competizione continentale per squadre di club dopo la Libertadores. Per poi vincerla, contro ogni aspettativa e pronostico.

Vittoria per 2-0 a Cordoba, in Argentina sul Sao Paulo che questa stessa coppa l’aveva alzata non più di tre anni fa. Una vittoria storica per tutto il Sudamerica. Considerando che da quella vittoria del 2019, sei dei sette titoli continentali sono andati ai club brasiliani. Considerando che anche l’imminente finale di Copa Libertadores è in palio a Guayaquil, in Ecuador il 29 ottobre, tra due squadre brasiliane: Flamengo e Clube Atletico Paranaense.

Copa Sudamericana, il topo che ruggisce

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La festa del piccolo Independiente del Valle dopo la vittoria della Copa Sudamericana (AP LaPresse)

Il giornalisti hanno definito l’Independiente del Valle “il topo che ruggisce”. Lo scorso anno i bianconeri  ha vinto per la prima volta nella loro storia il campionato ecuadoriano. Una squadra confezionata con pochi costi, molto buon senso, alcuni giocatori di esperienza e molti giovani d belle speranze. Tantissimi prestiti. Dall’altra parte un colosso, allenato da un monumento come lo storico portiere bomber del calcio brasiliano Rogerio Ceni. Capace di schierare una squadra tutta votata all’attacco. Pure troppo.

Tant’è che con la sua leggerezza e imprevedibilità l’Independiente del Valle ha trovato molto spazio confezionando due splendidi e importantissimi gol: il primo con l’attaccante argentino Lautaro Diaz (cartellino costato meno di un garage in centro a MIlano) dopo soli 12’ e il secondo con Junior Sornoza (in prestito gratuito, dal Corinthians).

Tardiva la reazione del Sao Paulo che ha attaccato molto, ma anche molto male, scoprendosi a un micidiale contropiede in un finale nervosissimo come solo una finale di coppa in Sudamerica può essere.

“Siamo arrivati dal nulla per andare lontano” ha dichiarato Tello Nunez, presidente della società bianconera, 64 anni di storia sessanta dei quali praticamente invisibile. L’uomo che ha portato per la prima volta la squadra nella Serie A dell’Ecuador solo nel 2009.

Valore complessivo del club 14 milioni di dollari. Investimenti negli ultimi tre anni meno di due milioni di dollari. Una squadra che lo scorso anno ha inaugurato un piccolo impianto tutto proprio, 12mila posti e che già non basta più. Costringendo squadra e tifosi ad emigrare a Quito in un impianto da 40mila persone. Il topo che ruggisce ora si giocherà la Supercopa Sudamericana conto un altro Golia. Tello Nunez ci scherza sopra: “Sassi ne abbiamo, e gli avversari sono talmente grossi che è impossibile sbagliare mira…”

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Una cocente delusione per il favoritissimo Sao Paulo