Juventus, McKennie svela: “Vi dico chi è il mio idolo”

Weston McKennie ha svelato il suo grande idolo d’infanzia prima del debutto ai Mondiali: la risposta spiazza i tifosi della Juventus.

Dopo la gara inaugurale del Mondiale è il giorno dell’esordio anche degli Stati Uniti, opposti al Galles nel match del Gruppo B. In campo uno degli osservati speciali sarà Weston McKennie, centrocampista della Juve e della Nazionale a stelle e strisce.

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Weston McKennie, centrocampista della Juve (ANSA)

Nel Gruppo B dei Mondiali in Qatar c’è un’assoluta favorita, ovvero l’Inghilterra, ma grande incertezza per il secondo posto conteso da Stati Uniti, Galles e Iran. Sulla carta hanno un leggero vantaggio gli americani che possono contare su giovani talento e giocatori affermati in Europa come Weston McKennie.

Il classe ’98 non è sempre titolare nella Juve ma in questi anni ha saputo dare il suo contributo, soprattutto in fase realizzativa con gol pesanti. Nelle ultime partite non è stato convocato a causa di un infortunio, smaltito però in tempo per la rassegna iridata.

McKennie spiazza i tifosi: “Il mio idolo era della Roma”

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Weston McKennie, chi era il suo idolo d’infanzia (ANSA)

A poche ore dal primo Mondiale della sua carriera, Weston McKennie si è reso protagonista di alcune dichiarazioni molto sorprendenti. Non è solito a parlare molto il 24enne americano ma in questo caso si è lasciato andare, facendo diverse rilevazioni personali che hanno spiazzato i tifosi della Juve.

Una di queste riguarda la scoperta del suo idolo d’infanzia. Lui nato in Texas ma trasferitosi dopo pochi anni in Germania, seguendo il padre per lavoro, guardava già con ammirazione il calcio italiano.

La squadra del suo giocatore preferito però non erano i bianconeri ma la Roma dove poteva vantare uno dei migliori italiani di quella generazione. Un idolo giallorosso ma anche un esempio per tutte le altre tifoserie: “Da ragazzino mi piaceva Totti, ma non ho mai provato a imitarlo. Un giorno ho vissuto un sogno quando, grazie al contatto di un fisioterapista della Roma che conoscevo, mi ha portato direttamente a Torino la sua maglia autografata. Non ci potevo credere”.