Roberto Mancini, ct della Nazionale italiana, ha parlato tra gli studenti della della Walter Tobagi, scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Milano. L’allenatore ha iniziato il suo intervento discutendo delle differenze tra l’Italia e gli altri paesi del mondo, nel modo in cui viene seguito il calcio: “Nel nostro paese c’è più pressione, della partita e dei suoi attori si discute per giorni e giorni, in Inghilterra la si esaurisce più in fretta. Lì i tabloid parlano della tua vita privata, ma senza risultare molesti. In Turchia e in Russia, il calcio è seguito, ma non certo come da noi”.
Mancini ha parlato anche di razzismo, uno dei temi ancora troppo caldi nel nostro paese, soprattutto nell’ultimo periodo: “Le persone stupide sono ovunque, infatti non è un problema solo qui in Italia, ma una soluzione bisognerebbe trovarla”.
Il commissario tecnico ha ammesso di essere già proiettato al prossimo giugno, quando si darà il via all’Europeo del 2020: “Non mi faccio condizionare da nessuno. Studio, analizzo, rifletto e decido io, perchè l’allenatore è un uomo solo. Sento però il peso delle mie scelte, so che farò soffrire qualche giocatore, escludere non è mai semplice. A volte già penso alle convocazioni per gli Europei“.
Infine, Mancini ha parlato anche del Var, esprimendo la propria idea in merito: “Cosa volete che vi dica, sono un po’ vintage, lo ammetto. All’inizio non mi piaceva, ora devo riconoscere che aiuta molto l’arbitro cercando la precisione”.
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