Barcellona-Inter, i precedenti in Champions League

Barcellona-Inter, i precedenti in Champions League: il gol di Maicon nel 2010

C’è un’immagine che più di tutte identifica il senso di Barcellona-Inter in Champions League, almeno per i nerazzurri. E’ la corsa di Mourinho col dito alzato sotto il cielo del Camp Nou. Quel “Mourinho’s Moment”, come ha scritto allora il Daily Telegraph, segna la semifinale del 2010, il confronto radicale di stili fra l’utile e l’estetica spinti oltre ogni limite. Rimane quella l’unica vittoria dell’Inter contro i blaugrana in Champions League.

Barcellona-Inter: le prime sfide nel 2003

Il primo incontro nella coppa più ambita vede invece equilibri molto diversi. E’ il 2003, il nuovo tecnico del Barcellona Radomir Antic ha rivitalizzato una squadra in crisi nella Liga. Ha preso il posto di Van Gaal, ultimo tecnico esonerato dal Barcellona nella sua storia, e liberato Saviola che si esalta nella sfida del Camp Nou per la seconda fase a gironi, esperimento che sarebbe stato cancellato dall’edizione successiva. Il Barcellona gioca meglio, si sblocca proprio con Saviola e vince 3-0, segnano anche Cocu e Kluivert. Le parate di Toldo evitano un passivo più pesante per l’Inter.

Al ritorno, a San Siro, il Barcellona gioca all’italiana, concentrato soprattutto a non prendere gol. L‘Inter ha tentato di sfondare a sinistra con Dalmat e Morfeo, Vieri manca un colpo di testa non impossibile, nel secondo tempo il tecnico nerazzurro tenta invano anche il jolly Martins. Il risultato è un brutto 0-0. L’Inter passerà comunque come seconda, batterà il Valencia nei quarti e si fermerà in semifinale con due pareggi contro il Milan, avviato a vincere il titolo nella prima finale tutta italiana della Champions contro la Juventus all’Old Trafford.

Inter, l’impresa di Mourinho contro il Barcellona nel 2010

Sette anni dopo, l’Inter è inserita nel girone di primo turno con Dinamo Kiev, Rubin Kazan e Barcellona. Negativo il bilancio con i catalani, 0-0 a San Siro e 0-2 al Camp Nou. L’Inter passa comunque, Mourinho impara la lezione poi applica tutti i correttivi giusti nell’andata della semifinale a San Siro. Il Barcellona arriva a Milano dopo una trasferta lunga due giorni, l’eruzione del vulcano islandese ha portato a uno sciopero europeo del trasporto aereo, che si combina con un’altra agitazione nelle ferrovie francesi. La squadra viaggia in pullman da Barcellona, 12 ore con tappa a Cannes per la notte.

“Il nostro schieramento di partenza era il 4-2-3-1, ma dissi ai ragazzi che dovevamo essere duttili a seconda delle circostanze. Spesso infatti Pandev scendeva a coprire il centrocampo e magari Eto’o affiancava Milito in un 4-3-1-2 molto elastico” ha detto in un video per the Coaches’ Voices. Lo Special One ha un piano, aumentare la densità fra il limite dell’area nerazzurra e la zona di centrocampo, in modo da recuperare il pallone e ripartire aggirando la ragnatela di passaggi del Barcellona. La posizione sempre aperta, avanzata di Maxwell e Dani Alves, i due terzini blaugrana, lascia esposti i centrali Pujol e Piqué. L’Inter vola in contropiede, la chiave è Milito che si sposta sul centro-destra, manda fuori posizione i difensori e crea spazi per gli inserimenti. Nascono così il gol del pareggio di Sneijder, dopo il vantaggio di Pedro, e il 2-1 di Maicon, vero jolly della serata. Milito poi completa il 3-1 in una serata rovinata nel finale da Balotelli che getta via la maglia.

Il ritorno è una partita che sembra non finire mai. La sceneggiata di Busquets porta all’espulsione di Thiago Motta, l’Inter difende come gli indiani a Fort Apache e il gol di Piqué a sei minuti dalla fine allungano il tempo, lo dilatano. Il tempo poi si ferma quando Bojan mette in rete il pallone del 2-0, ma è tutto fermo per fallo di mano di Yaya Touré.

Il triplice fischio richiama immagini antiche, con il fascino malinconico del bianco e nero. Se fosse un film, bisognerebbe staccare sulla pancia del Prater di Vienna la notte del 27 maggio 1964 quando un diciannovenne Massimo Moratti incontra un uomo reso livido dalla delusione: Santiago Bernabeu. Era il presidente del Real schiantato in finale di Coppa Campioni dalla Grande Inter. Suo padre, Angelo, piangeva di gioia per il trionfo della sua squadra, della sua visione, e proprio al Bernabeu in finale l’Inter avrebbe toccato il punto più alto del triplete di quella stagione, culmine della presidenza di Massimo Moratti. E poi passare al 1970, alla Coppa delle Fiere, al gol di Boninsegna riacquistato proprio quell’anno dal Cagliari di Gigi Riva per Domenghini, Gori e Poli che proprio quell’anno avrebbero partecipato al primo storico scudetto dei sardi. Segna quasi subito Boninsegna, poi raddoppia Bertini e l’Inter trionfa al Camp Nou 2-1. Il tecnico Heriberto Herrera indovina la mossa giusta, avanza Facchetti come mediano a marcare Castro, l’interno più pericoloso dei catalani. Il ritorno, interrotto per nebbia dopo un gol di Bonimba, si rigioca il 4 febbraio: finisce 1-1, segna ancora Boninsegna poi pareggia Rexach, che da dirigente scoprirà l’uomo dei record Leo Messi e gli farà firmare il primo, leggendario contratto sul tovagliolo di una caffetteria del centro di Barcellona.

I precedenti nell’ultima Champions League

Non c’era Messi nella gara del Camp Nou l’anno scorso, nel girone di primo turno. il Barcellona comunque vince 2-0. Al ritorno a San Siro l’Inter resta in partita per 83 minuti grazie alle parate di Handanovic che però si arrende al sinistro di Malcom. I nerazzurri tirano fuori grinta e orgoglio, Lautaro entra dalla panchina e partecipa al pareggio di Icardi.

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