Antonio Conte prova a ritagliare un vestito nuovo all’Inter intorno al nuovo acquisto Christian Eriksen. Sposta il danese qualche metro più avanti, quasi da trequartista, con Barella e Vecino a dividersi i compiti di copertura. Il danese va due volte al tiro, riceve 40 passaggi, quasi la metà rispetto a Barella (73) e ne completa 32. Ma l’ex Cagliari è più bloccato in questo nuovo assetto di squadra, e nel primo tempo viene infilato qualche volta di troppo da Sema e Fofana. Conte lo toglie dopo 58 minuti per Brozovic. Il centrocampo dell’Inter ritrova i suoi equilibri abituali e non a caso è proprio nell’ultima mezz’ora che arrivano i due gol che chiudono la partita.
La partita di Eriksen
Nei 58 minuti in cui è rimasto in campo, l’ex jolly dell’Ajax e del Tottenham, ha tentato un tiro in porta dal limite di sinistro, parato da Musso, e un secondo, respinto e di destro, con un angolo di tiro piuttosto stretto.
Ha completato tutti i quattro passaggi nella trequarti difensiva, 17 su 21 a centrocampo e 11 dei 16 tentati verso gli ultimi trenta metri, riferiscono i dati Stats Zone.
Complessivamente, ha verticalizzato solo 18 volte su 41, ma è interessante la sua ricerca integrale del gioco corto in questa sua prima da titolare nell’Inter di Conte, che ottiene così un’opzione diversa nella costruzione della manovra e una possibilità in più per allargare le difese avversarie in modo da favorire gli inserimenti di Barella o i movimenti degli attaccanti.
Ha creato due occasioni da gol, una su azione e l’altra su calcio piazzato,ma è un po’ mancato nella fase di copertura avendo perso tutti i tre contrasti provati. Ha dimostrato che il calcio codificato di Conte richiede tempo perché eventuali modifiche possano funzionare, ma allo stesso tempo la sua prestazione lascia intuire che nel 3-5-2 in versione classica, con Brozovic come play basso, Eriksen possa garantire un tempo diverso al gioco dell’Inter.
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