Antonio Conte (Getty Images)
E’ stato uno dei simboli della Grande Inter di Herrera e campione d’Europa con l’Italia nel ’68. In ESCLUSIVA a CalcioToday.it Sandro Mazzola parla di Conte, Eriksen, Sarri, Lazio e altri argomenti
Il derby vinto dall’Inter con una clamorosa rimonta ha impressionato Mazzola: “Mi è piaciuto tanto il carattere che hanno messo per ribaltare una partita dopo aver subito il Milan per una cinquantina di minuti”. Il mercato di gennaio ha rinforzato i nerazzurri, l’ex campione lancia un messaggio: “Non ci sono più scuse per Conte. La società ha esaudito le richieste del tecnico, ora tocca a lui in chiave scudetto. Dopo il derby vinto in quel modo sono ancora più convinto che siano tante le possibilità di conquistare il titolo, anche se Ibrahimovic a fine gara ha detto di no solo perché era arrabbiato. Conte continua a parlare di sogno, ma dentro di sé pensa che si possa fare”. Per quanto riguarda i rinforzi, questo il giudizio di Mazzola su Eriksen: “E’ uno che ha le qualità, questi tipi di giocatori sono da stimolo per i compagni di squadra. A centrocampo credo possa fare più ruoli”. In vista del match di Coppa Italia in programma domani a San Siro contro il Napoli, Mazzola avverte: “Sarà una partita dura per l’Inter perché la squadra partenopea ha ottimi giocatori, bisogna stare attenti e non farsi ingannare dal loro momento negativo”.
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Inter e Juventus prime in campionato, Lazio ad un solo punto. Per la corsa al titolo, Mazzola non ha dubbi: “I biancocelesti li tengo assolutamente in considerazione per lo scudetto. Inzaghi ha diversi elementi di grande valore e un bel gioco, si aiutano tutti, un gruppo importante”. Infine l’ex simbolo nerazzurro parla della Juventus di Sarri, sotto accusa dopo il tonfo di Verona: “Paradossalmente da tifoso dell’Inter questa situazione mi preoccupa perché stanno giocando male e sono primi. Conosco la mentalità del club, ora la squadra tirerà fuori il carattere. Sarri secondo me è da Juve, ha già dimostrato il suo valore in altre società. Il problema? Credo debba lavorare sulla testa dei giocatori”.
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