Juventus, Il Sarrismo non decolla: per Giaccherini è impossibile con Cristiano Ronaldo

Juventus, Il Sarrismo non decolla: per Giaccherini è impossibile con Cristiano Ronaldo
Juventus, Il Sarrismo non decolla: per Giaccherini è impossibile con Cristiano Ronaldo

Difficile fare il sarrismo se in squadra hai Cristiano Ronaldo“. Parola di Emanuele Giaccherini, che ha giocato nella Juve con Antonio Conte ed è stato allenato anche da Maurizio Sarri in carriera. In un’intervista a DAZN il centrocampista del Chievo ha detto la sua sul momento atuale dei bianconeri e sulle difficoltà del tecnico che ha ammesso di non essere ancora riuscito a far passare il concetto di muovere velocemente il pallone.

“Cristiano Ronaldo ha un modo di giocare tutto suo”

La Juve ha fatto una scelta, ha detto Giaccherini. “Hanno preso un allenatore che basa la sua carriera sul gioco e il suo gioco sul fraseggio. L’abbiamo visto soprattutto a Napoli, col sarrismo. Alla Juve è un po’ più difficile, c’è Cristiano Ronaldo che ha un modo di giocare tutto suo. Lui si mette anche a disposizione della squadra, ma determinate cose non puoi chiedergli di farle“. Per il centrocampista, che Conte ha voluto tra i 23 azzurri nella sua Nazionale all’Europeo del 2016, Sarri fatica a entrare in questa squadra in quanto “costruita negli anni per un determinato tipo di gioco. Mandzukic sarebbe stato fondamentale, secondo me, ma hanno fatto altre scelte“.

Giaccherini: “Sarri deve adattarsi a Cristiano Ronaldo”

Rispetto al gioco espresso dal Napoli con Sarri, la Juve è più lenta. E’ diverso il gioco, spiega Giaccherini, perché sono diversi i giocatori. “La Juve ha calciatori che possono risolvere la partita in qualsiasi momento, il Napoli aveva un gioco che ti poteva portare al risultato. Il gioco della Juve è per Ronaldo, non è che gioca per come vuole Sarri. È uno che ti decide le partite ed è Sarri che si deve adattare a Ronaldo, non viceversa“.

I bianconeri, ha concluso, hanno vinto i primi scudetti della serie record recente “andando più degli altri, correndo più degli altri e avendo più fame degli altri. Poi la società ha comprato campioni che le partite le risolvevano da soli. Magari c’era meno gruppo, però è aumentata la qualità, sono aumentati i campioni. Due finali di Champions League non sono un caso“.

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