Ronaldo, lettera di sostegno contro il coronavirus: “Dobbiamo resistere”

Ronaldo ha inviato una lettera agli abbonati del Valladolid, di cui è presidente, per sostenerli in questa difficile fase dovuta al coronavirus. “Dobbiamo resistere” ha scritto

Ronaldo, lettera di sostegno contro il coronavirus: "Dobbiamo resistere"
Ronaldo, lettera di sostegno contro il coronavirus: “Dobbiamo resistere”

Ronaldo ha inviato una lettera agli abbonati del Valladolid per sostenere in questo periodo complicato. Contiene un messaggio di resistenza in attesa della fase due. I 22 mila abbonati del club, di cui l’ex “Fenomeno” è presidente, hanno potuto leggere parole di sostegno, inviti a non abbattersi durante la pandemia.

Per settimane ho pensato a come contattarvi in questo momento così delicato di confinamento e brutte notizie” ha scritto. “Alla fine ho deciso di inviare questa lettera, con la quale farvi sentire il mio affetto. Da casa mia alla vostra. Dalla mia famiglia alla vostra. Siamo separati da una distanza fisica, ma sono convinto che mai siamo stati così vicini come con l’empatia“.

Ha invitato a mantenere “lo spirito collettivo, la responsabilità, l’umanità. Restiamo a casa per noi stessi e per i nostri cari, per tutti che non conosciamo e per coloro che vediamo sempre. Ora dobbiamo resistere“.

Leggi anche – Tenta la giocata alla Ronaldo, l’esito è … doloroso – Video

Ronaldo: “Gli infortuni mi hanno messo alla prova”

Ronaldo: "Gli infortuni mi hanno messo alla prova"
Ronaldo: “Gli infortuni mi hanno messo alla prova”

Ronaldo ha anche parlato della sua carriera, degli anni all’Inter, al Milan, al Real Madrid. I suoi messaggi di resistenza fanno riferimento anche agli infortuni al ginocchio di cui ha sofferto da calciatore. Ha conosciuto la sofferenza, la paura, il dolore. “Il calcio mi ha insegnato molte cose. Quando ho subito il primo e più grave infortunio al ginocchio, c’erano persone che mi dicevano che non avrei mai più giocato o addirittura che non sarei più riuscito a camminare. A me sembrava che mi stessero togliendo la vita“.

In quei momenti, ha scritto, si è sentito messo alla prova. Ha combattuto, ha scritto, “per tornare a fare ciò che più desideravo. Sono stati tre anni di riabilitazione molto duri, ma ero motivato dal desiderio di tornare in campo, dalla sensazione della palla tra i miei piedi“.

In questo modo, ha concluso, è riuscito a godersi un trionfo inatteso, al Mondiale del 2002. “Quella vittoria in finale di Coppa del Mondo con la Germania con due gol”.

Leggi anche – Coronavirus, Fase 2: mascherine “obbligatorie”, cosa cambia dal 4 maggio