Serie A

Eriksen e la quarantena “senza pace”: ci mancava anche la.. polizia

Christian Eriksen, centrocampista dell’Inter, ha parlato del suo trasferimento in nerazzurro e ha anche raccontato un curioso episodio avvenuto durante la quarantena. 

Eriksen, il motivo del passaggio all’Inter (Getty Images)

Ambientarsi ad una nazione dove non si conosce la lingua, ma soprattutto ad un campionato molto diverso da quello in cui si è giocato in precedenza non è affatto semplice. Lo sa bene Christian Eriksen, centrocampista dell’Inter che ha iniziato a vestire la maglia nerazzurra da gennaio, senza convincere gli addetti ai lavori e una parte della tifoseria.

Intervistato dal quotidiano Yylland-Posten, il danese ha parlato proprio del suo arrivo all’Inter: “Mi è sembrata la cosa più giusta. Erano desiderosi di acquistarmi e per me questo significa molto”, ha dichiarato il calciatore. Poi un messaggio per i suoi ex tifosi del Tottenham: “So che alcuni si sono arrabbiati perchè ho detto che qui ho più possibilità di vincere, ma è vero. In Premier il numero di squadre forti è maggiore e quindi è più complicato trionfare. Per fortuna ci sono anche persone che mi vogliono ancora bene”. Ha inoltre aggiunto: Anche l’Italia mi piace molto, mi stanno facendo sentire a mio agio anche se ho avuto bisogno di tempo per inserirmi”.

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Eriksen, le difficoltà durante la quarantena

Eriksen, l’incontro con la Polizia durante la quarantena (Getty Images)

Christian Eriksen ha raccontato anche i giorni difficili della quarantena. Dopo aver abbandonato l’albergo di Milano in cui viveva, si è dovuto trasferire ad Appiano Gentile in compagnia di uno chef e cinque allenatori. La prima idea, però, era un’altra, come da lui stesso ammesso: “Volevo andare da Lukaku o Ashley Young, ma essere ospitato su un divano per 14 giorni, quando hanno anche loro una famiglia a cui badare, non era il massimo”

Il danese non ha avuto pace durante questi giorni difficili. Su tutti, spicca un particolare episodio con la polizia: Una pattuglia mi ha fermato a Milano. Io non so parlare bene l’Italiano, ma ho dovuto spiegare cosa stavo andando a fare e dove, mostrando i miei documenti”.

Diversi momenti spiacevoli, ma alla fine Eriksen ha dichiarato: Non dobbiamo lamentarci perchè ci sono persone che stanno affrontando un momento più difficile del nostro. Sicuramente tutto quello che stiamo vivendo è brutto”. 

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Claudio Mancini

Claudio Mancini, 23 anni. Diplomato nel 2018 al Liceo linguistico e attualmente aspirante giornalista e vincitore di un Master nel settore. Cresciuto con il sogno di diventare telecronista sportivo.

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