Lazio, partite senza pubblico: l’idea del club per riempire lo stadio

La Lazio ha trovato un espediente per riempire l’Olimpico qualora si dovesse giocare a porte chiuse. L’idea del team della Comunicazione biancoceleste che stuzzica i tifosi.

Lazio, l'idea per riempire gli stadi vuoti (Getty Images)
Lazio, l’idea per riempire gli stadi vuoti (Getty Images)

Il campionato dovrebbe ripartire, non si sa ancora quando, ma l’idea primaria è concludere la stagione in corso: il prossimo 28 maggio sarà possibile capire qualcosa in più. Nel frattempo l’unica cosa certa è l’assenza del vero e imprescindibile “motore” di questo sport: il pubblico. Non sono bastate, infatti, le proteste da parte dei tifosi di tutta Europa uniti contro la ripresa.

Lazio, sagome di cartone al posto dei tifosi: l’idea del club capitolino

L'idea della Lazio per popolare lo Stadio Olimpico (Getty Images)
L’idea della Lazio per popolare lo Stadio Olimpico (Getty Images)

Il campionato si giocherà, quasi sicuramente, anche in Serie A. Senza pubblico, in un clima surreale per giocatori e dirigenti che dovranno rinunciare al “dodicesimo uomo” in campo. Un valore aggiunto su cui, negli anni, ha sempre puntato la Lazio: addirittura – in passato – i supporters biancocelesti rivendicavano il claim “Curva Nord 12”, scritta presente su ciascun gadget della squadra capitolina proprio a sottolineare quanto la loro spinta emotiva potesse valere l’apporto di un uomo in più sul rettangolo verde.

Ora i tifosi laziali, come tanti, dovranno rinunciare a sostenere dal vivo i propri beniamini fino alla fine della stagione ma il Direttore della Comunicazione biancoceleste, Stefano De Martino, ha trovato un espediente alternativo per coinvolgere il tifo organizzato: sagome di cartone dei tifosi per riempire gli spalti vuoti.

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L’occasione sembrerebbe ghiotta per i più affezionati, i quali dovranno seguire apposite procedure, che verranno rese note quanto prima attraverso una pagina dedicata, per inviare la propria foto che successivamente verrà apposta sulla sagoma di riferimento: distanti, ma uniti. Anche in questo caso. L’idea è stata accolta con stupore e un pizzico d’ironia, chissà quanti vorranno “metterci la faccia” persino in questo periodo particolarmente difficile.

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