Serie A, ESCLUSIVO Calcagno (Aic): “I calciatori non hanno paura. Da Tardelli non accetto lezioni”

Dopo la stesura del nuovo calendario di Serie A, restano alcuni nodi sulla ripresa. Il più importante riguarda la quarantena in caso di positività di un elemento.

Umberto Calcagno spera in una riduzione della quarantena (Getty Images)
Umberto Calcagno spera in una riduzione della quarantena (Getty Images)

Il Cts ha stabilito 14 giorni d’isolamento per tutto il gruppo-squadra che significherebbe nuovo stop. Questo, il calendario, calciatori, i contratti e Tardelli sono alcuni argomenti contenuti nell’intervista rilasciata in ESCLUSIVA a CalcioToday.it dall’avvocato Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Assocalciatori.

Soddisfatto del nuovo calendario?

“Sì. Saranno solo 10 le gare che si disputeranno alle 17 e 15 e non alle 16 e 30 come previsto originariamente. Del resto la salute dei calciatori è primaria, soprattutto in una fase d’emergenza come questa in cui saranno costretti a giocare ogni tre giorni. Le nostre discussioni hanno portato il miglioramento auspicato, abbiamo trovato un punto d’incontro anche rispetto alle esigenze televisive”.

Resta qualche problema sul fronte del protocollo, in particolare la quarantena di 14 giorni dettata dal Cts…

“Noi auspichiamo che la situazione in Italia continui a migliorare. Di conseguenza speriamo in una modifica del protocollo, senza avere corsie preferenziali rispetto al resto del Paese. Una squadra ferma per 14 giorni creerebbe problemi insormontabili per la continuazione del campionato”.

E’ vero che diversi giocatori non vogliono tornare in campo perché hanno paura?

“Su questo tema credo ci sia una soggettività varia. Il calciatore che ha contratto il virus  e quello che vive nelle città più colpite hanno avuto una percezione diversa rispetto a chi non è stato toccato direttamente da questo problema. Di conseguenza è diverso l’approccio alla ripartenza. Come per tutti noi un po’ di preoccupazione credo sia normale, ma nessuno ha mai detto di non voler giocare per paura. Non devono esserci strumentalizzazioni sotto questo profilo”.

Capitolo contratti. Possono esserci problemi per alcuni calciatori?

“Sui tesseramenti la Figc potrà dare le linee guida, ma in questi rapporti privatistici non credo possa incidere. La situazione da normare è quella dei giocatori in scadenza che ancora non hanno sottoscritto contratti preliminari o non rientrano da prestiti, per la stagione successiva. Bisogna confermare il lordo percepito fino al 30 giugno anche nei due messi successivi”.

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Serie A, ESCLUSIVO Calcagno su Serie minori, elezioni presidenza e Tardelli

Tardelli rivale di Calcagno nella corsa alla presidenza dell'Aic (Getty Images)
Tardelli rivale di Calcagno nella corsa alla presidenza dell’Aic (Getty Images)

C’è preoccupazione per le Serie minori?

“In una situazione di crisi è difficile pensare che tutti ce la facciano. Sarebbe sbagliato se il nostro approccio sarebbe quello di iscrivere tutti perché rischieremmo di falsare i campionati successivi. A me è piaciuto molto l’atteggiamento della Serie B perché si sta organizzando per ripartire il 20 giugno. La Lega Pro, invece, ha fatto una scelta completamente sbagliata quando un mese fa ha dichiarato chiuse le competizioni. Ora rischia di non essere pronta per completare i campionati. Errore imperdonabile”.

Lei è candidato alla presidenza dell’Aic. Qual è la prima cosa da fare per il mondo dei calciatori?

“Una vera riforma dei campionati che significa distribuire in modo diverso le risorse all’interno del nostro sistema. Le decisioni che verranno prese nel prossimo quadriennio, anche a livello europeo, condizioneranno intere generazioni di calciatori. Più gare in Champions League significherebbe ridurre importanza e risorse ai tornei interni”. 

Marco Tardelli, suo rivale per la corsa alla presidenza, ha detto che l’Assocalciatori deve riacquistare dignità. L’ex giocatore della Juventus  promette un sindacato alla Campana. Cosa replica?

“Detto da chi non ha mai fatto parte del sindacato mi lascia perplesso. Essendo in campagna elettorale ognuno usa le armi che meglio crede. Sono nel Consiglio direttivo dal ’98 e non credo che Tardelli possa insegnare a me e a tutto il gruppo dirigenziale come fare questo mestiere. Mi sembra una forzatura rifarsi ad una persona come Campana, con cui io e lo stesso presidente dell’Aic Tommasi siamo cresciuti”.

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