Sky, ricorso contro il divieto di dirette sul web: gli scenari per la Serie A

Sky Italia ha fatto ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha imposto il divieto di dirette sul web dal 2022

Sky, ricorso contro il divieto di dirette sul web: gli scenari per la Serie A
Sky, ricorso contro il divieto di dirette sul web: gli scenari per la Serie A

Sky Italia ha presentato un ricorso contro il divieto di dirette esclusive sul web. La pay tv satellitare ha impugnato la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 4 giugno. I giudici, confermando quanto inizialmente deciso dall’Antitrust, hanno imposto un divieto che potrebbe mettere fine al modello di business attuale di NowTv. Se la sentenza fosse confermata, infatti, le partite sul web non potrebbero più essere trasmesse in esclusiva sulla piattaforma streaming della pay tv satellitare. Sky ha presentato ricorso e ha chiesto la revoca della sentenza, che ha imposto il divieto a partire dal 2022.

Secondo i legali della pay tv la sentenza del Consiglio di Stato, che ha ribaltato il parere espresso in primo grado dei TAR del Lazio, avrebbe seguito un modello concettuale sbagliato e sarebbe basata su fatti erroneamente dati per acquisiti.

La decisione, che dovrà essere presa da diversi giudici dello stesso organo, avrà indubbiamente un impatto sulla partita per i diritti televisivi. Sky punta a recuperare un margine di manovra, visto il doppio fronte aperto con la Lega Serie A per l‘ultima rata ancora non pagata dei diritti tv di questa stagione e il bando tutto ancora da definire per il periodo 2021-2024.

La sentenza potrebbe avere molteplici conseguenze. Da un lato, sulle strategie future di Sky che ha lanciato anche la sua offerta broadband. E la possibilità di abbinare alla connessione veloce l’offerta di contenuti premium sportivi rappresenta una leva commerciale importante, come dimostrano gli accordi simili raggiunti in passato ad esempio con Fastweb.

Sky, la partita futura dei diritti tv

Sky, la partita futura dei diritti tv
Sky, la partita futura dei diritti tv

Inoltre, se la sentenza fosse confermata, per il prossimo triennio non sarebbe replicabile lo schema attuale con due soggetti, Sky e Dazn, che si spartiscono le esclusive sulle partite per tutte le piattaforme. Ma si tornerebbe a un modello più vicino a quello precedente, con l’incentivazione della concorrenza tra le piattaforme. Un po’ come accadeva con Mediaset Premium e La7, poi Dahlia, che si spartivano la Serie A sul digitale terrestre mentre Sky trasmetteva tutto il campionato in esclusiva sul satellite. In questo modo, però, la Lega potrebbe ricavare meno dai diritti v per la Serie A, in quanto la diretta esclusiva rappresenta il plus che può giustificare le cifre richieste per arrivare al miliardo di euro indicato come obiettivo nell’ultimo bando.

Sullo sfondo, rimane la solita opzione del canale della Lega e la prospettiva dell’ingresso di nuovi soggetti come Amazon che ha già acquisito la Champions League per il mercato tedesco e alcuni incontri di Premier League in Inghilterra.

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