Agnelli Conte, da sodalizio vincente a odio totale: una storia finita male

Agnelli Conte, un binomio vincente che ha portato la Juventus di nuovo sul trono d’Italia. Una storia però terminata definitivamente dopo gli scontri di ieri sera nel post-gara. 

Agnelli Conte
Agnelli Conte (Getty Images)

C’eravamo tanto amati, era il titolo di un film commedia del 1974 e interpretato da Vittorio Gassman, Nino Manfredi. In realtà è anche il titolo della storia d’amore tra Andrea Agnelli e Antonio Conte. Un connubio perfetto, un concentrato di juventinità che ha portato i bianconeri a ritornare di nuovo sul trono d’Italia. Un rapporto che, a suon di scontri a distanza e di punzecchiature, si è distrutto del tutto. Un connubio tramontato ieri sera nel post-gara di Coppa Italia tra Juventus e Inter. Uno scontro a distanza che è derivato dalla rabbia covata negli anni dai due, sia per come è finita nel 2014 sia per quel che ci si è detti negli anni successivi.

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Agnelli Conte, una storia d’amore iniziata nel 2011

Agnelli Conte
Agnelli Conte (Getty Images)

Dopo due settimi posti consecutivi, Andrea Agnelli scelse Antonio Conte per riportare la Juventus in alto. Serviva un uomo carismatico, duro e che conoscesse a menadito l’ambiente bianconero. E così, proprio grazie a questo nuovo sodalizio, la Vecchia Signora ritornò sul tetto d’Italia e vinse tre scudetti consecutivi. Se però in Serie A la Juventus riuscì a ritornare grande, in Europa riscontrò molte difficoltà. E furono proprio queste a creare le prime divergenze tra il tecnico salentino e la società. La famosa frase “con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100″ non fu digerita per niente dal numero uno bianconero che non vide, nemmeno di buon occhio, le dimissioni di Conte durante il precampionato. Certo, l’arrivo di Allegri consentì ai bianconeri di padroneggiare in Italia e di crescere in Europa, ma ciò che accadde nell’estate del 2014 non piacque per niente al presidente bianconero. Da quel momento, fra Conte e Agnelli c’è sempre stato un gelo e un continuo punzecchiarsi a distanza. Questo fu quando il tecnico salentino divenne c.t. dell’Italia e così fu quando Paratici e Nedved, in due occasioni, lo riproposero come nuovo allenatore della Juventus. Un ritorno mai avvenuto conseguito da un secco “no” di Agnelli che scelse prima Sarri e poi Pirlo. Un amore tramutato in odio e che ha portato alla fine del loro sodalizio dopo gli scontri di Coppa Italia nel post-gara.