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Serie A, il triste primato nei 5 maggiori campionati in Europa

La Serie A si macchia di un triste primato negativo che la rende uno dei campionati peggiori tra i 5 maggiori in Europa 

Serie A primato negativo

La cocente eliminazione di tutte le squadre italiane dalla Champions League, con la Roma unica superstite in Europa League, ha generato un intenso dibattito sulla qualità del nostro calcio. Per evidenziare nel migliore dei modi qualsiasi tesi è giusto poterla dimostrare con dati e numeri, infallibili e inconfutabili. In uno studio portato avanti dal sito The Analyst.com, quello che risalta immediatamente alla vista è un primato estremamente negativo: la totale assenza di squadre di Serie A nell’elenco dei club che hanno fatto scendere in campo per più minuti gli Under 21 presenti in rosa.

Per minuti concessi è primo il Borussia Dortmund e nelle successive 9 posizioni non è presente neanche una società italiana. Un segnale forte, che dimostra come il nostro calcio non dia subito spazio o fiducia ai giovanissimi. Se in Bundesliga un talento assoluto come Haaland (compirà 22 anni in estate) ha già segnato più di 20 gol solo in campionato, non è un caso, così come non lo è che sempre un classe 2000, Foden, stia decidendo la gara tra Manchester City e appunto il Dortmund, valida per i quarti di finale di Champions League.

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Serie A il primato negativo sui giovani Under 21: i numeri allarmanti

Serie A primato negativo

Dati alla mano, è la Ligue 1 il campionato in cui i calciatori Under21 hanno preso parte al numero maggiore di minuti in campo, ben 62.046. Con un distacco importante, segue la Bundesliga, che ha concesso oltre 30mila minuti ai suoi giovani. La nostra Serie A è quarta, con appena 23.225 minuti, una manciata in più dei 22.893 della Liga ultima. Un dato senz’altro allarmante, che mette in evidenza una scarsa fiducia nei più giovani.

L’esempio più lampante è quello di Moukoko, che a soli 16 anni è diventato il marcatore più giovane nella storia della Bundesliga. Al momento, risulta difficile pensare che un calciatore minorenne possa fare la differenza nel nostro campionato. Il caso di Musa Juwara del Bologna parla chiaramente: classe 2001 in gol contro l’Inter la scorsa estate, ma girato subito in prestito, per poi essere richiamato e fatto scendere in campo solamente per pochissimi minuti alla 29a giornata.

Il calcio italiano non è ancora pronto per puntare soprattutto sui giovani? Che sia questo uno scoglio da superare per ritornare competitivi a livello europeo? Sicuramente questo primato negativo condiziona la nostra Serie A e solamente il tempo saprà darci risposte.

Claudio Mancini

Claudio Mancini, 23 anni. Diplomato nel 2018 al Liceo linguistico e attualmente aspirante giornalista e vincitore di un Master nel settore. Cresciuto con il sogno di diventare telecronista sportivo.

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Claudio Mancini

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