Antonio Conte a DAZN: il flipper, la Madonnina e l’addio all’Inter

Antonio Conte, l’ex tecnico dell’Inter ha parlato ai microfoni di DAZN durante l’appuntamento di ‘Linea Diletta’

Conte Tottenham predecessori italiani
Antonio Conte, ex allenatore dell’Inter (Getty Images)

Domani, sabato 5 giugno, sarà possibile visionare l’intervista integrale di Antonio Conte ai microfoni di DAZN. Nel dettaglio, l’ex tecnico dell’Inter, parlerà nell’appuntamento ”Linea Diletta” condotto da Diletta Leotta.

Tra i temi analizzati ha parlato della sua avventura all’Inter: “Penso di essere una persona che non si accontenta delle situazioni comode. Penso di aver scelto la situazione più difficile. L’obiettivo quando ho firmato per l’Inter era un progetto triennale per riportare l’Inter ad avere ambizione, a tornare a giocare per obiettivi importanti. Il fatto di esserci riuscito al secondo anno è stata una grande cosa. Fare l’allenatore sicuramente non è semplice, soprattutto se lo vuoi fare a grandi livelli e se hai anche le capacità di farlo ad alti livelli. Perché comunque le pressioni, le aspettative, lo stress è veramente tanto. Devi essere bravo a convivere e gestire certe situazioni sapendo che ti ritrovi sempre solo“.

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Conte PSG
Antonio Conte (Getty Images)

Successivamente, Conte, ha elogiato i calciatori nerazzurri in merito alla vittoria dello Scudetto: “I ragazzi sono stati veramente bravi. Tutti loro stanno iniziando un percorso da vincenti. Non solo hanno vinto un campionato italiano, ma hanno vinto un campionato che per 9-10 anni aveva avuto solo una storia. E il fatto che abbiano realizzato questa impresa è un grande merito”. 

Sulla sua carriera da calciatore ha commentato: “Io ho avuto moltissimi infortuni durante la mia carriera. Ma mi hanno temprato molto, mi hanno dato la forza di reagire, di far si che e l’evento negativo accumulasse cattiveria, ma una cattiveria di quelle giuste. Sono sempre pronto a superare le difficoltà”.

Infine, non poteva mancare una riflessione sulla sua vita privata e su suo padre: “Parlare di papà mi emoziona sempre. Il mio primo presidente e allenatore. La mia famiglia è stata molto importante per me. Da ragazzino venivi buttato in strada. Mamma e papà dovevano lavorare. Prima c’era la strada che ti faceva crescere. Ma in strada ti dovevi difendere. Papà ha avuto un ruolo fondamentale assieme alla mamma nel mio percorso”.