Brozovic coccodrillo Inter (Getty Images)
Brozovic coccodrillo, il centrocampista dell’Inter è celebre per la mossa che spiazzò Suarez nella sfida con il Barcellona: come nasce.
198 presenze, 20 gol con l’Inter. Uomo mercato sempre con la valigia pronta e riferimento della Nazionale croata: in una sola parola, Brozovic. Marcelo per gli amici, ma quelli sono molto pochi. Si contano sulla punta delle dita. Non perché sia indisponente, piuttosto è indisponibile a cedere: specialmente sul campo. Quando può, salta l’uomo e i problemi. Anzi, quelli li crea a chi deve marcarlo: certezza da cui è nato anche il soprannome “Epic Brozo”, accompagnato da un’esultanza particolare.
Quasi come Jerry Calà in “Una vita da libidine”. Mano al mento e sguardo sornione. Tante volte gliel’hanno vista fare all’Inter, stesso discorso per la Nazionale croata: lì le presenze sono 61 e le reti 6. Esordio nel 2014, da lì in poi una certezza per il Paese. Gli sportivi croati lo ringraziano, gli italiani pure, ma non solo per i gol o le giocate.
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Anche per un espediente. Infatti Brozovic è chiamato, fra le altre cose, persino “Coccodrillo”: soprannome che non ha nulla a che vedere con la propria natura felina, in particolare modo sul campo, ma con la fantasia e l’estro che da sempre lo contraddistinguono.
Per capire tutto bisogna tornare al 24 Ottobre del 2018. Sfida con il Barcellona, l’Inter soffre. Suarez guadagna una punizione, calcia, la barriera si alza ma la palla non passa ugualmente grazie al “Coccodrillo” di Brozovic. Il croato si era letteralmente sdraiato dietro la barriera per evitare che il pallone passasse: una stecca ulteriore a fare muro. Da allora, il “Coccodrillo” è diventato un must.
L’ha davvero “inventato” il croato? Gli interisti penseranno orgogliosamente di sì, ma la realtà è un’altra: il merito della trovata calcistica si deve al Brasile. La patria verdeoro ha rivoluzionato il calcio persino nelle sue particolarità più strane: il primo a fare una cosa simile fu un calciatore nella Serie B brasiliana. Brozovic detiene il primato europeo: campione d’esportazione. Una qualità seconda solo a quella d’essere un avversario temibile, anche per la capacità di problem solving. Quando il gioco si fa duro, Brozovic comincia a giocare. Molto spesso si sdraia a terra, ma non chiamatela simulazione.
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