Ranieri esonerato dal Watford: cosa farà l’allenatore

Claudio Ranieri non è più l’allenatore del Watford: il mister romano lascia la panchina in Premier dopo un esonero inevitabile.

Claudio Ranieri esonerato dal Watford: la sconfitta contro il Norwich di Venerdì scorso è stata fatale. L’allenatore lascia il club dopo appena tre mesi. La Premier League, che tanto ha dato all’ex Roma nel recente passato (ancora negli occhi la favola Leicester), l’ha rigettato via come un Kleneex usato.

Claudio Ranieri esonerato
Claudio Ranieri, esonero con il Watford (LaPresse)

I fazzoletti, comunque, asciugano anche il sudore di un uomo che non si è mai dato per vinto: testimone di un calcio operaio, incisivo, benevolo e soprattutto fatto di umanità. Il principale investimento non erano i successi, ma le persone. Adesso, invece, è cambiato tutto: c’è meno tempo, più rischi e meno fiducia. L’equazione della contemporaneità non premia un uomo dalla “indiscussa integrità”, così recita il tweet di congedo della società.

Watford-Ranieri, è finita: scatta l’esonero per l’allenatore

Ranieri Watford
L’allenatore incassa l’esonero dal Watford (LaPresse)

Cosa farà ora l’allenatore? Resta il punto interrogativo: Claudio Ranieri si è sempre definito un allenatore fabbro: dove c’è da aggiustare qualcosa lui arriva, l’ha fatto con la Roma, con la Samp, con la Juve, con l’Inter. Tutte squadre prese in un momento particolare e riportate a galla. Quanto basta per non soffrire. Prerogativa – quella dell’incassatore professionista in grado di reagire in ripresa – che non molti hanno: vincono le pretese.

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Tutto e subito, Ranieri, invece, preferisce un lavoro a lungo termine. Per questo tre mesi per tirare le somme sono pochi, ma non tutti possono permettersi il lusso del tempo. Paradossalmente il fattore necessario per una costruzione dal basso. Ora rimarrà a casa, Ranieri, fin quando non arriva una proposta concreta. La Roma – questa voce circola da settimane – potrebbe richiamarlo ma sotto altre vesti: consulente tecnico. Questo è sempre stato un pallino di Tiago Pinto – imbeccato da Maurizio Costanzo sul tema – per riportare la romanità negli spogliatoi.

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Il tema torna attuale: Ranieri, anche alla luce di quello che c’è stato a Roma, sarebbe l”ambasciatore” perfetto. Non solo per esportare il ‘marchio’ Roma, quello c’è già chi lo fa, piuttosto per (ri)portare Roma dentro le mura di Trigoria. Farne una questione di sangue, radici e appartenenza. Certo è uno scenario da concepire, ma ora Ranieri è libero ed ha – suo malgrado – tutto il tempo di mettersi a pensare. Friedkin deve solo fare una telefonata: quella, almeno per ora, non costa niente.