Sarri, tra campo e realtà: i luoghi del cuore del tecnico (LaPresse)
Sarri, un uomo pronto a rimettere in discussione i dettami del calcio moderno: il Sarrismo da Napoli a Formello. I luoghi del cuore.
Sarri, un allenatore dai mille volti e dai mille luoghi. Cresciuto in Toscana, possibile direttore di banca, tecnico da una vita. Il coraggio di mollare tutto e cambiare: dai conti ai moduli, dai prestiti alle tattiche. Tutto per la serenità mentale. Un uomo semplice, profondo conoscitore di calcio e amante della concretezza.
Alla Juve un anno tra chiaroscuri, poi tanti dubbi e domande aperte. Al momento del divorzio silenzio per poi parlare, a piccole dosi, dopo: “A me piace fare l’allenatore, non il gestore”. Stoccata – nemmeno troppo velata – ai metodi in casa bianconera. Il Sarrismo è un’altra cosa: è quello che viaggiava dai Quartieri Spagnoli al Vomero passando per Mergellina. Alcuni dei luoghi del cuore di Maurizio – uomo prima che mister – quando era a Napoli. Lì, nonostante tutto, ci ha lasciato un pezzo di cuore. Anche se la frattura con i tifosi è ancora scomposta.
Poi c’è Formello, il luogo della ripartenza: quello che l’ha rimesso in pista dopo il congedo dei bianconeri. Centro nevralgico della sua “nuova vita” romana che mette al centro la caparbietà e la voglia di emergere di nuovo, per dimostrare che non è tutto finito. Anzi è appena cominciata la cavalcata che porterà al successo: i progressi della squadra si vedono, i risultati sono altalenanti ma in ogni nuovo progetto c’è bisogno di costanza, pazienza e soprattutto caparbietà.
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La stessa che ha incontrato a Londra: Stamford Bridge, ma anche National Gallery, British Museum, Camden con il nipote. Un toscano dal forte humor: quello che piace agli inglesi, infatti lì ha vinto e convinto, fino a un certo punto. Quando i risultati hanno smesso di arrivare, gli applausi sono diventati fischi. Piove sul bagnato, a Londra difficile aspettarsi altro.
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Non solo lavoro, anche tanto privato per il tecnico che, lontano dagli impegni di campo, si rifugia in Toscana. Figline Valdarno. Dove ha una tenuta immersa nel verde: lì, tra cultura, antichità e suggestione ricarica le batterie fra buon vino, sigarette (immancabili) e cibo raffinato. Non si fa mancare niente il mister: una rivoluzione parte dalle basi, le sue sono al centro di luoghi senza tempo.
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