Roma, Zalewski è un predestinato: il segreto del suo successo sorprende tutti

Nicola Zalewski gioca sempre di più nella Roma di Mourinho. Ama la città ed è cresciuto nelle giovanili, scoperto da due vecchie glorie.

Prima dello scorso 6 maggio, solo i più esperti conoscitori del calcio giovanile in Italia conoscevano Nicola Zalewski. Ma la semifinale di ritorno dell’Europa League contro il Manchester United ha cambiato le prospettive della sua giovane carriera. Entrato dalla panchina, con una conclusione di destro aveva propiziato il gol del definitivo 3-2. Da allora, l’allenatore Paulo Fonseca l’aveva aggregato alla prima squadra per le restanti quattro giornate di Serie A, in cui il classe 2002 era riuscito a regalarsi anche un assist, nei dieci minuti finali del match contro il Crotone.

Roma, Zalewski è un predestinato: il segreto del suo successo sorprende tutti
Roma, Zalewski è un predestinato: il segreto del suo successo sorprende tutti (LaPresse)

Pur col cambio di allenatore, in questa stagione Zalewski sta conservando il suo posto in rosa, anzi ritagliandosi sempre più spazio sulla trequarti, tra la zona centrale e la fascia sinistra. Dopo diversi piccoli spezzoni di partite e tantissime panchine, infatti José Mourinho sembra guardarlo con occhi diversi, ed una fiducia crescente. Nelle ultime cinque partite di campionato, arretrato leggermente a centrocampo, il 21enne ha sempre giocato titolare.

Mancano ancora i gol e gli assist, ma il rendimento è salito. Non è un caso anche la titolarità nel derby stravinto prima della sosta. Un momento indimenticabile per Zalewski, nativo di Tivoli, ma cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Roma. Con la città e i tifosi non può che esserci un buon rapporto. È molto più che un romano d’adozione, e due leggende della sua squadra hanno intravisto in lui qualità speciali.

Zalewski, il gioiello della Roma scoperto da due grandi ex

Zalewski, il gioiello della Roma scoperto da due grandi ex
Zalewski, il gioiello della Roma scoperto da due grandi ex (Ansa)

A Poli, piccolo comune di Roma, la famiglia è arrivata quando il padre Krzysztof ha rifiutato di servire il regime comunista, nel 1989. La Roma, invece, è entrata nella vita di Nicola a 9 anni: ad osservarlo c’era infatti Stefano Palmieri per conto del grandissimo Bruno Conti. I due l’hanno voluto alla Roma per un provino, e la bandiera romanista ha convinto il padre a lasciarlo in squadra.

Così è iniziata la trafila nelle giovanili fino alla Primavera. E da lì fino alla prima squadra e a quel gol da record che ha cambiato le sue prospettive.

Il legame con la città in cui è cresciuto è rimasto intatto. Il padre è scomparso a settembre dello scorso anno, ma Nicola, dopo il diploma, è tornato a vivere a Poli. Troppo forte il rapporto con gli amici e con la nonna Teresa, che gli prepara le orecchiette con prosciutto cotto e gorgonzola.

Adora Suburra e La Casa di Carta. Tra le sue passioni c’è anche il tennis. Zalewski è infatti amico di Flavio Cobolli, ex campione al Roland Garros Junior.

È romano e romanista in tutto, anche grazie all’amico Kristian. Il 3-0 della Roma contro il Barcellona nel 2018 è tra i suoi ricordi più belli. E oltre a Bruno Conti anche un altro grande ex lo ha sempre osservato e consigliato. Zbigniew Boniek, presidente della Federazione polacca, lo conosce fin da bambino. Con la Polonia ha giocato già il Mondiale U20, e Zibì ha già detto che il Ct della nazionale maggiore verrà a vederlo in vista dei Mondiali in Qatar.