Champions League, gli inglesi attaccano il ministro dell’Interno francese: E’ un bugiardo”

I tifosi del Liverpool non accettano le spiegazioni del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin sulla finale di Champions League

Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto chiarezza sul caos all’esterno dello Stade de France di Parigi alla vigilia della finale di Champions League. Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha parlato in audizione al Senatom insieme alla ministra dello sport Amélie Oudéa-Castéra. Darmanin ha continuato a prendersela con i tifosi del Liverpool che sarebbero arrivati in massa con biglietti contraffatti, anche se UEFA e Federcalcio francese hanno stimato in 2800 i tagliandi falsi.

Champions League, inglesi contro il ministro dell'Interno francese: "E' un bugiardo"
Champions League, inglesi contro il ministro dell’Interno francese: “E’ un bugiardo” (Lapresse)

Secondo Darmanin, invece, il 50-70% dei tifosi del Liverpool avrebbero avuto biglietti non validi ma molti di loro, ha detto, non ne sarebbero stati consapevoli. Ha parlato, infatti, di casi di riproduzione dello stesso biglietto per più persone. In un caso, ha affermato nell’audizione al Senato, lo stesso tagliando sarebbe stato ristampato e distribuito a 744 ignari tifosi.

A questo, Darmanin ha sottolineato la pressione di 5-6 mila persone che premono contro le grate. Per questo sarebbero stata mobilitata la polizia. Ma, ha ammesso, “abbiamo sottostimato il numero di agenti richiesti”.

La sua versione dei fatti, tuttavia, non convince affatto la stampa inglese. Kelly Cates, giornalista di Sky Sports in Gran Bretagna, lo accusa sui social senza mezzi termini di mentire. “Credo che per molti questo tentativo di coprire quanto successo stia riportando alla mente ricordi dolorosi” ha scritto su Twitter.

Champions League, le accuse dei tifosi del Liverpool

Champions League, le accuse dei tifosi del Liverpool
Champions League, le accuse dei tifosi del Liverpool (Lapresse)

Ricordi che fanno riferimento alla tragedia di Hillsborough del 15 aprile 1989, la più grave mai vissuta in uno stadio inglese. Hillsborough era lo stadio di Sheffield che ospitava la semifinale di FA Cup fra Liverpool e Nottingham Forest. Quel giorno 97 persone morirono, schiacciate dalla folla che cercava di entrare nella West Stand.

Anche allora vennero accusati gli hooligans del Liverpool, che già avevano causato la tragedia dell’Heysel di due anni prima nella finale di Coppa dei Campioni contro la Juventus, perché arrivati tardi e con biglietti falsi. Ci sarebbero voluti 27 anni per arrivare alla verità e a scoprire le colpe della polizia nella gestione dell’ordine pubblico.

Lo sottolinea David Conn in un commento sul Guardian. La polizia, scrive, “non aveva sistemi funzionanti per verificare la validità dei biglietti ai tornelli così ha imbottigliato migliaia di persone per ore“. L’utilizzo di gas lacrimogeno, documentato dalle immagini filtrate sui social, hanno aggravato la situazione.

Secondo Conn, le parole del presidente UEFA  Ceferin e delle autorità francesi, che hanno trovato più facile accusare gli inglesi, dimostrano una “mancanza di consapevolezza sulla sensibilità dei tifosi del Liverpool”, molti dei quali hanno vissuto direttamente, di persona o in famiglia, il dramma di Hillsborough.

Nella lettura di Conn c’è anche un lato politico. “I tifosi inglesi non sono stati aiutati dalla Brexit – ha scritto -. Il resto d’Europa vede i britannici fare file separate e Boris Johnson litigare con il governo francese per la pesca delle cozze o i migranti che attraversano i confini. Se da un lato attaccare i francesi risponde a una particolare mentalità britannica, dall’altra il governo francese sembra trovare più conveniente attaccare i tifosi inglesi che affrontare la violenza delle proprie forze di polizia”.

Sui disordini all’esterno dello stadio indagherà anche la UEFA che ha promosso un’inchiesta indipendente affidata al portoghese Tiago Brandao Rodrigues, presidente del Comitato per l’Ambiente e l’Energia del Parlamento nazionale. Già ministro dell’Educazione, con delega anche alla Gioventù e allo Sport dal 2015 al 2022, ha fatto parte del board della World Antidoping Agency Foundation (2019-2021).