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Vicario alla Lazio, sai perché ha “rischiato” di non diventare un calciatore? La confessione ti stupirà

La Lazio si avvicina a grandi passi a Guglielmo Vicario, portiere dell’Empoli. Sai che da giovane poteva intraprendere una strada diversa?

La Lazio, nelle ultime ore, sta provando a chiudere per l’arrivo in biancoceleste di Guglielmo Vicario. Il portiere friulano, reduce da una grandissima stagione con la maglia dell’Empoli, potrebbe raccogliere l’eredità di Strakosha e diventare il nuovo numero “1” dei capitolini.

Guglielmo Vicario, portiere dell’Empoli nel mirino della Lazio (Foto LaPresse)

I biancocelesti avrebbero deciso di virare su Vicario a causa dell’impossibilità di trovare un’intesa con l’Atalanta per il trasferimento di Marco Carnesecchi. Il presidente dell’Empoli, invece, nelle scorse ore ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha “aperto” ogni tipo di discorso con la Lazio e ha fatto capire – senza giri di parole – di essere pronto a trattare per la cessione dell’estremo difensore classe ’96.

Dunque, Vicario si avvicina ai biancocelesti e il trasferimento, secondo le cifre circolate in queste ore, dovrebbe chiudersi per circa 15 milioni di euro.

Lazio su Vicario, sai che il portiere ha rischiato di non diventare un calciatore? Il motivo

Vicario in azione proprio nel corso di un match contro la Lazio di Maurizio Sarri (Foto LaPresse)

Vicario, nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Radiolina circa un anno fa, ha parlato dei suoi primi approcci con il mondo del calcio avvenuti quando aveva solamente sei anni.

La sua famiglia, in particolare suo padre, auspicava per lui un futuro nel campo della medicina. Le cose, però, sono andate diversamente e Vicario, dopo anni di sacrifici, è vicinissimo nell’approdare in una grande piazza.

Queste, ad ogni modo, le sue parole in merito alla sua passione per il calcio: “Ho iniziato a sei anni e quasi da subito volevo fare il portiere. Mi piacevano le responsabilità di essere l’ultimo baluardo della squadra, e dire che mio padre non mi voleva far giocare in porta. Lo ringrazio perché mi ha sempre supportato e alla fine sono contento di aver vinto la sfida con lui. Mio padre è un medico e lui avrebbe preferito facessi altro dal calciatore, da piccolo mi piaceva la medicina. Mia cugina fa la farmacista, mio zio medico, quindi fa parte della sfera famigliare. Ma non era la mia strada”.

Gianlorenzo Di Pinto

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