Higuain lascia il calcio, l’ultimo tributo al padre: il retroscena

Higuain dice addio al calcio. Il Pipita appende gli scarpini al chiodo dopo anni di onorata carriera: l’ultimo grande tributo al padre.

Higuain dice basta. L’ex Juve e Napoli ha dato tutto. Dagli esordi fino all’exploit a Madrid per poi passare da Napoli a Torino in Italia e chiudere – alla sua maniera – all’Inter Miami di David Beckham. Ultimamente ricordato soltanto per la metamorfosi fisica, Gonzalo, era cambiato ma non aveva perso il fiuto del gol. Quello che fino a qualche anno fa gli permetteva di far reparto da solo.

Higuain addio calcio
Higuain lascia il calcio giocato (LaPresse)

L’ultimo anno ha realizzato il desiderio di giocare insieme a suo fratello Federico. Attimi indimenticabili che fanno la differenza tra un lavoro e una passione. La sua non mancava mai, l’ha messa in campo fino a poco tempo fa. Un attaccante atipico: molto fisico, ma anche in grado di saper giocare. Girarsi spalle alla porta e trovare lo spazio laddove altri avrebbero visto solo ostacoli.

Higuain, addio al calcio del Pipita: il tributo al padre

Prepotenza, grazia e volontà. Tre qualità importanti che trovavano fondamento in schemi e azioni all’interno di 90 minuti che sembravano un’eternità quando non c’era. Il Napoli, poi, gli ha dato una seconda vita: l’argentino è riuscito a farsi amare alla follia dai partenopei. Un amore viscerale, tradotto in cattiveria non appena il passaggio alla Juve è diventato realtà: stessa sorte di un altro grande ex, Maurizio Sarri. Higuain di amori e passioni ci ha vissuto, ma l’attaccamento più forte è stato quello con i genitori.

Higuain tributo padre
L’attaccante omaggia suo padre per l’ultima volta (LaPresse)

La madre, pittrice, si firmava con lo pseudonimo di Zacarìas e lo assecondava sempre quando si trattava di mettere in campo il proprio talento. Colpa – diciamo così – anche del papà. Calciatore come suo figlio. Lo chiamavano El Pipa. La pipa, per via del fisico longilineo e scavato che sapeva essere devastante. Da qui l’esigenza di chiamare Gonzalo con “El pipita”. Una pipa più piccola: l’ultimo “regalo” di un padre orgoglioso. Anche questo rende il calcio, a tratti, unico e indimenticabile. Passa il tempo, cambia il fisico, ma il cuore resta lo stesso.