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ESCLUSIVA, dalla guerra in Somalia al sogno di arbitrare in Italia: la storia di Siyad Ali Hussein

Siyad Ali Hussein è riuscito a coronare il suo sogno: entrare in campo con il fischietto in mano e arbitrare una partita di calcio in Italia. Il debutto del ventinovenne arbitro somalo, nato a Mogadiscio ventinove anni fa e già protagonista nella Premier League del suo paese, è arrivato lo scorso 20 novembre quando ha diretto la gara del campionato Under 17 Inter-Atalanta. La sua storia è purtroppo comune anche a molti altri professionisti del calcio: la fuga da un paese martoriato dalla guerra, il lungo e faticoso viaggio verso la speranza e l’arrivo in un paese accogliente per cominciare una nuova vita.

Dopo la prima tappa in Turchia ed il successivo arrivo nel 2020 a Crotone, Siyad si è trasferito a Milano e ha raggiunto il centro di accoglienza di Bresso. Qui il suo amore per il calcio lo ha fatto incontrare con il Bresso 4, che da 6 anni collabora con il centro di accoglienza, gestito dalla Croce Rossa Italiana. È nata una amicizia che ha portato Siyad a diventare atleta e volontario del gruppo sportivo, mettendo anche in questo passione e costanza, compresa l’attività con la squadra di calcio integrato, dove atleti con e senza disabilità giocano insieme. Proprio l’attività paralimpica con la FIGC DCPS ha permesso il contatto con la FIGC ed l’Associazione Italiana Arbitri, il suo successivo tesseramento per la Sezione AIA di Saronno ed il suo debutto nel campionato Under 17 italiano.

Guarda la video intervista a Siyad Ali Hussein

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Siyad Ali Hussein, il benvenuto di Trentalange e Gravina

Siyad Ali Hussein durante la sua prima partita in Italia (fonte aia-figc.it)

Per la nostra Associazione – ha spiegato il Presidente AIA Trentalangel’inclusione è un principio basilare. Siamo felici di aver spalancato le porte della nostra casa a Siyad Ali Hussein“. Anche il Presidente della FIGC Gravina, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Integration League (progetto promosso da Lega Pro, UNHCR e Projet School) ha osservato: “Questo è il nostro calcio dei valori. La FIGC crede in un calcio sempre più aperto, inclusivo e dove tutti possono essere messi nelle condizioni di giocare, divertirsi ed esprimersi al meglio come persone”.

Alberto Pucci

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