Aurelio De Laurentiis ha pubblicamente confermato la fiducia a Carlo Ancelotti. Atto doveroso per provare a tirare fuori il Napoli da una situazione molto complicata. La squadra azzurra non vince da otto partite: in campionato è fuori dalla zona Europa, in Champions League non ha ancora il pass per gli ottavi di finale.
Una crisi di risultati, ma anche di gioco. Ancelotti cambia continuamente e sembra non essere riuscito a dare un’identità al Napoli. In più, come una vera e propria mazzata, sulla squadra si è abbattuta la crisi relativa all’ammutinamento dello scorso 5 novembre, quando i giocatori si sono rifiutati di andare in ritiro dopo l’ordine del presidente Aurelio De Laurentiis. Una situazione esplosiva che ha messo a nudo tutti i problemi interni al Napoli, frutto di malumori di varia natura: da contratti non ancora rinnovati a “senatori” come Mertens e Callejon in polemica con il presidente. Per non parlare della rissa sfiorata tra Allan e il vicepresidente Edoardo De Laurentiis, figlio del patron.
Ecco perché la sfida di Udine di questo pomeriggio ha toni drammatici: la fiducia di De Laurentiis nei confronti di Ancelotti durerà solo in caso di vittoria. Con un pareggio o una sconfitta molto difficilmente si andrà avanti con l’attuale allenatore. Da capire se poi il presidente aspetterebbe la partita di Champions col Genk di martedì o se procederà subito con l’esonero. Nel Napoli manca una figura “di garanzia” che possa prendere in mano la squadra in situazioni di emergenza. Anche per questo il patron si starebbe guardando intorno per un eventuale successore di Ancelotti: si fa il nome di Gattuso, ma ci sono anche altre possibilità legate ad allenatori navigati e che possano subentrare da qui a fine stagione. Nomi come Prandelli (che ha comunque smentito), Zaccheroni o De Biasi. E c’è anche la pista Edy Reja: l’attuale ct dell’Albania non ha incarichi nel Napoli, ma è un uomo di fiducia di De Laurentiis e potrebbe dare una mano. Non si possono escludere nemmeno le dimissioni di Ancelotti: in ogni caso, pur parlando di esonero, la decisione di separarsi sarebbe in sostanza condivisa. Ma l’ex allenatore del Bayern Monaco si dimetterebbe solo in caso di mancato approdo agli ottavi di Champions League, cosa improbabile visto che il Napoli è nettamente favorito. Ecco perché si guarda con attenzione a Udine e al campionato: il Napoli deve dare un segnale che si chiama tre punti. Ora o mai più. E per Ancelotti si profila il capolinea.
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