“Zlatan Ibrahimovic è tornato al Milan per divertirsi. Questi sei mesi saranno come l’ultima tournée dei Queen, un lungo tributo: bisognava farlo a San Siro”. Mino Raiola spiega così, in una lunga intervista a Repubblica, le ragioni che hanno convinto Ibrahimovic al romantico, nostalgico rientro in rossonero.
Raiola: “Io e Ibrahimovic abbiamo litigato a ogni trasferimento”
“Se fossi ignorante, penserei che sono sempre stato io a decidere le sue squadre, invece a 52 anni credo di aver capito che lui decide e poi mi fa credere che la decisione l’ho presa io” spiega Raiola che rivendica di aver portato in Italia De Ligt. “Lo volevano tutti. Tutti. Ma lui vuole diventare il miglior difensore al mondo e allora mi fa: “Mino, io devo andare all’Harvard della difesa, al Mit dei difensori”. Perciò abbiamo scelto la Juve: per prendere la laurea” dice.
“Kean come Balotelli: all’Everton contenti di lui”
Nell’intervista, Raiola spiega che oggi il problema di Pogba è il Manchester United, ormai senza progetto sportivo, se la prende con la Fifa perché vuole imporre tetti alle commissioni per i procuratori ma, dice, “è un centro di potere che non pensa al bene del calcio”.
Parla anche di Moise Kean, riserva all’Everton anche se lo scenario potrebbe cambiare con Ancelotti. “Kean è come Balotelli, un talento talmente precoce che ha saltato delle fasi di crescita che però deve recuperare, perché ha delle lacune. Ho sulla scrivania una pila di richieste per lui, ma l’Everton non ha nessuna intenzione di venderlo né lui di andarsene” dice. Racconta che all’Everton sono tutti contenti di lui, “sanno che c’è bisogno di tempo perché la Serie A non ti prepara abbastanza” ai valori del calcio inglese. “Non l’avrei portato in Premier se non parlasse perfettamente inglese. Ma se l’avessi lasciato alla Juve me l’avrebbero fatto giocare in serie C”.
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