Milan, l’affaire Pato-Tevez: i 15 giorni che hanno cambiato il calciomercato

Milan, l'affaire Pato-Tevez: i 15 giorni che hanno cambiato il calciomercato
Milan, l’affaire Pato-Tevez: i 15 giorni che hanno cambiato il calciomercato

Questioni di stile, di geometria, di cuore. Questione di triangoli, quelli che costantemente si replicano a comporre il puzzle di una storia di calciomercato da romanzo, che sembra uscita da altri tempi. E invece accade tutto nel 2012, a gennaio. Tre i soggetti principali: Pato, allora attaccante del Milan; Carlitos Tevez, allora al Manchester City; il PSG degli ex rossoneri Leonardo e Ancelotti.

Il Milan è vicinissimo a un accordo con i francesi. Il piano è chiaro, vendere Pato per quasi 30 milioni e reivestire quei soldi sull’Apache. “Se il Milan ha deciso di venderlo – dice Gilmar Veloz, il manager di Pato – ha deciso di venderlo, siamo pronti a parlarne. Il Psg è un grande club, appartiene alla famiglia più ricca del Qatar, ha ingaggiato un allenatore top. E poi Parigi non mi sembra una brutta città“.

Ma di mezzo c’è la love story del brasiliano con Barbara Berlusconi, e non è certo l’unico triangolo della storia.

La concorrenza con l’Inter

Se ne affaccia subito uno, che delinea un derby a distanza tra Milan e Inter, peraltro a pochi giorni dal derby di campionato. In mezzo, pensiero forse stupendo per i sogni dei tifosi, l’astuto procuratore dell’argentino, Kia Joorabchian, per qualche tempo patron anche della decadente scuderia di Formula 1 della Jordan. I nerazzurri, forti di una foto in Sardegna dell’estate 2011 tra Branca e l’agente, rivendicano di aver mostrato per primi un interesse per il brasiliano. Ma qui conta chi ride ultimo.

Salta tutto

Il 12 gennaio, Galliani è a Londra per chiudere con Tevez. A via Turati, la sede del Milan, sono arrivati i documenti firmati da Leonardo, dirigente del Paris Saint-Germain, per l’acquisto di Pato. I francesi offrono 28 milioni per il cartellino, più 7 di bonus legati a presenze, gol, assist e vittorie. Garantiscono al brasiliano un cospicuo ingaggio da 7 milioni l’ anno, più bonus, per 4 stagioni).

Ma nel pomeriggio, spiega Enrico Currò il giorno dopo su Repubblica, Berlusconi telefona a Pato. «Dimmi sinceramente: preferisci guadagnare di più o restare con noi?». «Preferisco restare qui» risponde Pato al presidente del Milan, e padre della sua fidanzata. Alle 15.30 l’agenzia France Presse dà per fatto il trasferimento. Poco dopo, il sito del Milan pubblica una dichiarazione di Pato: «Il Milan è casa mia. Voglio contribuire a scriverne la storia con allegria e in perfetta armonia con tutto l’ambiente».

Milan, l'affaire Pato-Tevez: i 15 giorni che hanno cambiato il calciomercato
Milan, l’affaire Pato-Tevez: i 15 giorni che hanno cambiato il calciomercato

Maxi Lopez, il terzo uomo

Il Milan non chiude del tutto con Tevez, però. Ma con la strada in salita, i rossoneri si cautelano. Trovano un accordo con Maxi Lopez, attaccante del Catania allenato allora da Vincenzo Montella. Galliani impone una formula particolare, che lo certifica come una scelta di ripiego: Lopez può arrivare solo se il Milan non riuscirà a ingaggiare Tevez.

Per quasi una settimana, alla fine di gennaio 2012, Maxi Lopez vive nell’NH Hotel di Milano. Galliani le prova tutte con il Manchester City, che però aggiunge una clausola e il Milan deve fermarsi. L’acquisto diventerebbe troppo costoso. Alle 19 del 28 gennaio, la deadline che il Catania aveva imposto alla società rossonera per decidere, Lo Monaco manda un sms a Galliani: “Allora, che fate?“. Galliani fa firmare il contratto a Maxi Lopez.

Sliding doors

Maxi Lopez, preso in prestito per 1,5 milioni, segna 2 gol in 11 presenze e non viene riscattato. Pato resta al Milan fino al gennaio 2013. “Continuavo ad avere problemi fisici – ha raccontato alla Gazzetta dello Sport nel 2017 -. Per Berlusconi ero sempre incedibile, ma andai da lui e lo convinsi. Gli dissi che era per il mio bene. Dovevo ritrovare fiducia nel mio corpo. Qualcuno, anche nel Milan, mi disse che non sarei più riuscito a giocare, ma io sapevo che non era così. Per questo sono andato via“. Passa al Corinthians per 15 milioni, la metà di quelli che il PSG aveva offerto un anno prima.

Nell’estate del 2013, Tevez firmerà con la Juventus per 11 milioni, grosso modo la cifra incassata dai bianconeri dalla cessione di Matri al Milan. E la domanda inizia ad aleggiare: che sarebbe successo se Pato fosse andato a Parigi e l’Apache fosse arrivato a Milano? La risposta, ormai, canta nel vento.

Leggi anche – 25 febbraio 2012, otto anni fa il gol di Muntari in Milan-Juve: l’episodio più discusso del decennio

Leggi anche – Milan, le cinque partite da ricordare in Serie A dal 2010 al 2020 – VIDEO