Coronavirus, ESCLUSIVO Corsi: “Ripartire per evitare il fallimento. Triste chi ragiona per interesse personale”

Fabrizio Corsi (Getty Images)
Fabrizio Corsi (Getty Images)

In programma oggi una nuova assemblea della Lega di Serie A. Ripresa dei campionati e taglio degli stipendi dei calciatori i temi più importanti, alla luce dell’emergenza Coronavirus. Di questo ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it Fabrizio Corsi, patron dell’Empoli

Presidente, il calcio continua a lavorare per stabilire una data per la ripartenza dei campionati. Qual è la sua idea?

“Bisogna essere fiduciosi e sperare che la situazione legata all’emergenza si risolva. Io credo che si possa iniziare a maggio, ma se la ripresa avvenisse a giugno con chiusura il mese dopo andrebbe bene lo stesso. Ovviamente la Serie B è più facilitata perché non ha le coppe come la A.  La Uefa ha detto che bisogna comunque arrivare fino in fondo, a costo di finire a settembre”.

Quindi lei è sulla stessa scia di chi dice che bisogna completare la stagione a tutti i costi per evitare il fallimento del calcio?

“Sì, il discorso economico è fondamentale. Il calcio è un movimento che coinvolge tante persone e non sarebbe in grado di sopportare i mancati introiti che deriverebbero da uno stop. Già ora le perdite sono notevoli sul fronte degli incassi, degli sponsor e dei diritti tv. L’importante è che si riparta salvaguardando la salute. Chi chiede di bloccare tutto ora lo fa solo per opportunità e questo è molto triste”.

Nel caso in cui il virus obbligasse a chiudere ora la stagione, come si comporterebbe?

“Terrei conto della classifica con due retrocessioni dalla Serie A e di conseguenza altrettante promozione dalla B. Io per esempio sarei interessato a riprendere perché attualmente il mio Empoli è fuori dalla zona playoff di un solo punto e spero che si ricominci  a giocare, ma ovviamente dobbiamo attenerci a quello che ci dirà il Governo, rispetto all’evoluzione dell’emergenza”.

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Coronavirus, ESCLUSIVO Corsi su taglio stipendi, AIC e Juventus

Capitolo stipendi, club e Aic restano distanti. Come si risolve questo problema?

“Se non si gioca bisogna tagliare gli stipendi per il periodo d’inattività. Se dovessimo riprendere comunque in qualche modo una riduzione va fatta, in base ovviamente agli ingaggi. In questa tragedia i giocatori non possono uscirne indenni, sarebbe negativo anche a livello d’immagine. Preferirei un accordo collettivo con l’Assocalciatori, ma pare che al momento sia impossibile”.

Quindi la Juventus ha fatto bene a risolvere tutto internamente?

“La Juve ha fatto una cosa molto intelligente, i suo calciatori sono campioni nella testa. Alla fine ha prevalso il buon senso nell’interesse di tutti, loro ne escono con un’immagine rafforzata. Alla fine credo che anche gli altri club arriveranno ad un accordo privato”.

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